Il traforo
Alzi subito la mano chi non ne ha avuto almeno uno, chi non ha importunato parenti vari perche’ glielo regalasse, chi non si e’ anche incavolato giocandoci.
Come dimenticare quel trapano a mano che non penetreva nemmeno il burro lasciato al sole, chi non si e’ consumato i polpastrelli provando a realizzare qualche fantomatico lavoretto.
Chi con quel seghetto ad arco non si e’ “impigliato” nelle assicelle, o ha sbagliato misura quando oramai aveva gia’ tagliato.
In quanti con il traforo si sono cimentati in progetti e lavori mettendoci tempo e determinazione, talvolta “rubando” mollette in legno alla propria mamma, o entando di migliorare uno di quei lavoretti scolastici pinei di polvere finiti nel dimenticatoio.
A scuola, alle medie, c’era tecnica, i piu’ fortunati avevano un laboratorio, spesso una ex aula recuperata allo scopo, lì si estraeva la propria scatola.
Devo dire che fu comunque un ottimo strumento per sviluppare la manualita’ e la fantasia.
Le pinze erano forse uno degli atrezzi peggiori, si dividevano solo guardanodole, ricordo che con le mie ci parlavo affinche’ restassero insieme.
Quelle morse, piccole, a vite, le perdevo sempre, per poi ritrovarle subito, appena portate a casa le nuove.
Tutto sommato
…….nonostante alcune arrabbiature, dovute per lo piu’ ad una manualità in piena evoluzione
………… ne ho un ottimo ricordo
……….. ancora oggi ho da qualche parte una mensola a diedro realzizata con quel kit, sono passati anni, molti anni, ma e’ ancora li.
Ricordi anni 70
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