La Bultaco 350, casa motociclistica (1958) nata dopo una cena fra un gruppo di tecnici e il Sig. Bultò, uno dei fondatori della Montesa dopo che si era da poco ritirata dalle competizioni.
Per “colpa/merito” di un gruppo di dissidenti provenienti dalla Montesa.
Nacque quella che divenne la casa motociclistica spagnola più importante per un discreto numero di anni.
Quei tecnici convinsero Francisco Xavier Bultò a partecipare, convinti che con lui e le sue importanti risorse economiche, vi fossero i presupposti per far nascere un nuovo marchio.
La prima sede della nascente Bultaco fu la casa in campagna di Mr. Bulto.
Arrivò il primo modello una 125 cc con una meccanica “”semplice”” e velocemente modificabile per poter essere impiegata sui circuiti.
Le vendite della nuova motocicletta li “costrinse” quasi subito a spostarsi, il nuovo stabilimento venne costruito a San Adrian des Besos (Barcellona).
Le 125 cc vennero acquistate da molti piloti convinti dalle sue maneggevolezza e prestazioni, una moto vincente ed affidabile e dai costi di gestione piuttosto contenuti.
La Bultaco 350 arrivò dopo.
La posizione del motore permise di abbassare il più possibile il baricentro della moto, con una componentistica studiata per essere il meno costosa possibile e facilmente riparabile.
Montato su un telaio a doppia culla continua in tubi, qualcosa che (era piuttosto simile) ricordava altri visti su alcune moto inglesi coeve.
Le sospensioni.
Con quella anteriore a forcella telescopica idraulica a perno avanzato (soluzione ampiamente utilizzata dalle moto spagnole nel periodo).
Posteriormente con un forcellone oscillante con due gruppi molla/ammortizzatore prodotto dalla Girling.
I freni con un grosso tamburo sul posteriore prodotto dalla stessa Bultaco, anteriormente montava un Fontana a quattro ganasce in lega di magnesio, con un diametro da 210 mm.
Il monocilindrico a due tempi era raffreddato ad aria, i cilindri erano in lega d’alluminio con canna riportata in ghisa.
Alcuni esemplari differirono fra loro per essere dotati della doppia accensione, riconoscibili dalla seconda candela posizionata dietro.
L’alesaggio e corsa 83,2 X 64 mm, con uno scarico a camera di espansione che come si nota dalle foto era a pochi centimetri da terra.
Una frizione a dischi multipli in bagno d’olio ed il cambio a sei rapporti, la potenza massima “partiva” da 45 cavalli (senza nessuna modifica).
La Bultaco 350 era una moto con una meccanica estremamente semplice.
Con molte delle sue parti provenienti dalla produzione di serie, le stesse che venivano sostituite a seconda delle scelte fatte dal pilota, lo stesso che avrebbe comunque potuto rimontarle senza impiegarci troppo tempo.
Esteticamente la definirei subito bella, partendo dal suo anteriore dove il bel freno Fontana e quel cupolino le conferiscono l’aspetto tipico di una moto da circuito.
Il serbatoio generoso, la carenature con il porta-numero su una carenatura grigia, la coda con una sella monoposto ridotta e sulla coda un bel finale tondeggiante.
La Bultaco 350, non ne furono prodotte in numeri esorbitanti.
Molti meno rispetto alle 125 cc che erano diventate la cilindrata di riferimento per le Bultaco.
Ho scelto questa moto per alcune sue caratteristiche.
La sua cilindrata, quando erano più vendute/diffuse le 125 cc, specie le TSS
era una Bultaco da strada, meno facile da vedere o conoscere visti anche gli scarsi numeri di esemplari prodotti
erano decisamente ben più diffuse le moto da cross/enduro,
mi permetto di ricordare un precedente post sulla OSSA (sempre spagnola)
Sicuramente non recentissima, almeno non come le ultime motociclette proposte, con una sua storia davvero interessante e un aspetto da autentica moto da corsa d’epoca.
Una curiosità, su internet sono presenti diverse foto sulla Bultaco 350 cc, seppur molte siano di repliche fatte anche recentemente.
I marchi spariti.