Mondial 125 MONOALBERO 1951
Una moto capolavoro, con un quattro tempi MONOALBERO, di 123,54 cc, albero a camme in testa comandato da una cascate di ingranaggi.
I motoristi che crearono questa meraviglia furono
Nerio Biavati (ai tempi considerato il miglior motorista), Dino Gilli, Omer Melotti, sapendo di doversi concentrare su una moto che doveva correre, in pista, ed essere subito vincente.
La Mondial 125 MONOALBERO 1951, una moto da competizione, che fu subito molto competitiva, le altre moto, quasi tutte due tempi, non riuscivano a “starle dietro”.
Carburatore Dell’Orto SS 22/26, con una potenza di 14 cavalli a 11.000 giri, raffreddamento ad aria,
cambio in blocco a quattro rapporti con pedale sul lato destro.
Freni anteriori da 180mm, posteriore a tamburo da 150mm, peso a vuoto 97 kg., con una velocita’ massima di circa 140 km/h.
Cronistoria sportiva
1948 vittoria del Campionato Velocità.
A vincere ancora saranno Nello Pagani nel 1949, Bruno Ruffo nel 1950, Carlo Ubbiali nel 1951.
Nel 1952 viene presentata la Competizione Clienti
al 24° Salone del Motociclo di Milano, per poter far fronte alle ingenti spese sostenute dal reparto corse per poter ; quindi; partecipare al mondiale e per via delle continue richieste avute da molti piloti che, battuti, volevano guidare quella moto vincente.
Nel 1953 arriva la nuova 125 quattro tempi bialbero, che vincera’ il mondiale con Tarquinio Provini.
Nel 1954, la gara piu’ ricordata, piu’ particolare
in Spagna il Provini non riusciva a trovare il feeling con la moto ufficiale, decidendo di utilizzare una 125 monoalbero di serie, meno veloce ma piu’ agile nell’affrontare quel circuito (allora) molto tortuoso.
Vince, facendolo con la moto di serie, l’unica; ancora oggi; ad aver vinto un gp del mondiale.
La storia del marchio
Una moto della Mondial, azienda creata dai Fratelli Boselli, Carlo, Luigi, Ettore Giuseppe ed Ada, appartenenti ad una benestante famiglia piacentina, con importanti possedimenti terrieri.
Nel 1929, a Milano, fondarono una nuova azienda………………..
che doveva produre solo dei motocarri
in quel periodo, uno dei fratelli, Giuseppe, incontra Oreste Drusiani un conosciuto motorista, abile costruttore e preparatore, ed insieme costituiscono una nuova societa’, con sede a Bologna, presso la gia’ esistente ed operativa “Officine Drusiani”.
Subito spinti da un forte entusiasmo i due imprenditori, nel 1940, iniziano ad ampliare il vecchio e piccolo stabilimento, acquistando anche nuovi macchinari e “piu’ adatti” a quello che era il loro progetto.
Costruire motociclette, facendolo nonostante un lungo periodo di pausa dovuto allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, e riprendendo il progetto subito dopo la fine del conflitto.
La famiglia Boselli, decisamente piu’ benestante del Drusiani, di li a poco riesce a prendere il totale controllo della nuova azienda e crearne una nuova…
Nasceva la Mondial, con il marchio F.B. Mondial.
Le grandi moto italiane
In sintesi:
una moto voluta, cercata, sia dai tecnici della casa che dai Clienti, furono proprio quest’ultimi a spingere i primi a crearla.
Non paghi dei campionati mondiali ottenuti negli anni precedenti, 1949,1960 e 1951, tutti nella classe 125.
Alla “piccola” casa italiana costava molto partecipare alle competizioni motociclistiche
per ridurre queste ingenti spese scelsero di vendere alcuni modelli della Mondial 125 MONOALBERO 1951 ad alcuni piloti e team privati.
Furono proprio quei Clienti, quei piloti e team privati, ad ottenere subito delle vittorie e ottimi piazzamenti, con quella moto, andata letteralmente “a ruba”.
Ci credettero subito, così tanto dal presentare la Mondial 125 MONOALBERO 1951 con questa dicitura
……..questa e’ la 125 cc piu’ veloce del mondo……. acquistabile con la garanzia che la moto possa raggiungere una velocita’ minima garantita e documentabile.
Derivata dalla 125 Bialbero da GP
con lo stesso telaio, ma con la nuova distribuzione con un unico albero a camme, cosa che in se’ parrebbe una sorta di impoverimento, una “riduzione” rispetto alla moto precedente.
Ma se così fosse questa moto non sarebbe mai entrata nella leggenda, gli esperti non la avrebbero mai considerata e dichiarata un vero capolavoro motoristico.
Tutto doveva far pensare alle competizioni
anche solo guardandola, notando come fossero stati posizionati i comandi, le pedaline, pensando a cosa servisse quella nicchia sul serbatoio.
Il pilota alle velocita’ piu’ sostenute poteva appoggiarci il mento, assumendo una posizione che potesse essere la più aerodinamica possibile, aiutato nella postura anche dal riuscire a rannicchiare le gambe.
Pare ne abbiano prodotte un centinaio
fra le stradali e le versioni da gara, non tantissime, specie considerando le tante, ma davvero tante, vittorie ottenute, in vari circuiti.
Vinse negli anni 1952, 1953, 1954 il campionato italiano piloti, il marche nel 1954, nel 1953 e nel 1954 anche il campionato nazionale olandese, nel 1952 e 1953 quello austriaco.
Con Tarquinio Provini, nel 1954
in una competizione del motomondiale, vinse il GP di Spagna, facendolo dopo aver cambiato la moto che era solito guidare, facendolo per via di alcuni problemi, i piu’ legati alla tenuta di strada e ad alcuni problemi di affidabilita’ (temporanei).
Guidando una Mondial 125 MONOALBERO 1951 di serie
non praticamente di serie, ma di serie, ed ancora oggi questo record e’ rimasto imbattuto, nessun altro pilota o casa motoristica non e’ ancora riuscito ad ottenere un simile risultato.
Peccato che questa moto così competitiva, davvero davvero vincente
ed affidabile, sia stata costretta a ritirarsi, fermare la sua ascesa inarrestabile, accadde quando le case motociclistiche concorrenti, Gilera, Moto Guzzi, e la stessa Mondial, stilarono il patto di astensione.
Un patto che prevedeva il ritiro delle case Italiane
dalle competizioni, a causa degli eccessivi costi e spese sostenuti per poter partecipare e competere con le altre case costruttrici mondiali.
Un vero peccato, specie considerando il fatto che fossero le piu’ vincenti, che dominassero le competizioni, ma mancavano gli sponsor, le case non riuscivano piu’ a far fronte ad un simile esborso economico.