Mitchell Phantom 1977.
Eccoci, diciamo dopo un buon numero di telefonate più o meno concentrate sull’argomento.
Quella più ed un’altra meno, oggi vorrei proporti una concept che viene da lontano dopo che il caro Andrea anche durante questa „“sosta““ non ha mancato di sottolineare che non veda mai pubblicate auto americane, sostenendo che debba allargare i miei orizzonti.
Non sono stati sufficienti i pochi modelli che mi ricordassi in quel momento, lui era partito per la tangente e non sarei mai riuscito a distoglierlo dalle sue convinzioni, 😉 😉 me ne feci una ragione.
Sinceramente (in effetti) ho sempre prediletto alcune case e paesi, dedicando pochissimo spazio ai mezzi di locomozione statunitensi, ma credo che ultimamente mi sia fatto perdonare.

Mitchell Phantom 1977, cos’era lunedì mattina quando mi mandò una foto su Wats Up ????
Dicendomi di guardarla, dai non è male e poi ha una storia particolare, interessante diciamo, quelle che se ti conosco e ti conosco so piacerti, poi con tutta quelle riviste che hai vuoi non trovarci qualcosa, vuoi non ricavarne un minimo di informazioni ???
Si ok ci provo, anche perché non sembra male in effetti, ma per curiosità come mai tutta sta enfasi e voglia di farmi scrivere qualcosa su un’auto del genere ??

Guardando molte altre auto statunitensi del medesimo periodo questa mi sembra più “semplice e pulita”, senza troppe cromature e o pinne.
Semplicemente perché non esistono solo le auto italiane ed inglesi.
Nooo non è vero, ho messo anche qualcosina d’altro, sei astioso.
Si va bhe, se vuoi ci scrivi; fai ciò che vuoi; volevo solo essere propositivo.
Stai calmo, lo farò.
Mitchell Phantom 1977, mi aveva dato qualche data così mi sono messo a cercare nelle riviste pubblicate in anni vicini.
Trovando quasi subito qualcosa su un Quattroruote del febbraio 1979, poche righe ma credo basteranno, Bill Mitchell sinceramente non lo conoscevo; salvo per averci letto poco o niente e nemmeno di recente; scoprendo che oltre a disegnare alcuni prototipi decisamente „particolari“ a lui si devono le Corvette le Two Rotor e le Buick Riviera.
42 gli anni di lavoro, prima come collaboratore di Harley Earl in qualità di suo vice per oltre trent’anni, nel contempo il suo „capo“ lo aveva anche nominato capo designer per la Cadillac (1936), prendendone il posto solo dopo che Harley andò in pensione a 65, esattamente come fece successivamente anche lui visto che in GM quella fosse l’età stabilita per potersi ritirare.
Laggiù era soprannominato Mister stile.
Fu il capo del centro stile General Motors, ed oggi stiamo guardando la sua ultima creazione; quella pensata e fatta prima di smettere; la casa americana gliela aveva “concessa” dopo tutti quegli anni in cui stettero insieme e per „salutarlo“ visto che questa era esattamente l’auto che lui avrebbe voluta per se.
Mitchell Phantom 1977, personalmente non sembra male.
Tutto sommato per essere un’auto americana (e spesso imponente) ha un profilo e linee riuscite.
Paragonandola ad altre auto coeve poi ho notato subito una certa “pulizia” nelle linee, era priva di pinne e non eccedeva in cromature, sfogliando poi alcuni libri “elenco” (che sfoglio spesso) questa trovo che fosse piuttosto “lontana” dal tipo di auto che il suo “capo” propose prima di lui.
Chi mi ha preceduto scrive che pare volersi rifare/ricordare alcune auto di lusso europee, di case automobilistiche di assoluto prestigio e livello.
American concept.