Armando Palanca.
Quanto qui scritto mi è stato fornito dal Sig. Alberto Palanca, foto comprese.
Dopo essere stato contattato dal figlio il Sig. Alberto, da lui aver ricevute alcune informazioni seguite da un libro dedicato all’opera del padre, eccoci oggi con la storia di un grande Ingegnere Italiano e il suo aver realizzato un modello di auto in un unico esemplare, con lo stesso Sig. Alberto prodigarsi nella sua ricerca per poi felice affidarlo alle cure di un noto collezionista italiano.
Armando Palanca, partendo dalle esperienze e vissuto a Desenzano del Garda.
- Con una serie di sue idee tramutate in progetti.
- Capaci di renderlo subitamente considerato e stimato.
- Tanto dal veder importanti persone con lui coinvolte nella realizzazioni di una serie di libri ed incontri dedicati.
- Nasceva a Appignano in provincia di Macerata nel 1906.
Ricordo che papà è entrato nella Regia Aeronautica nel 1925 a 19anni.
Armando Palanca, nel giugno del 1926 entrava nell’Ottavo Gruppo Caccia di Mirafiori, con la qualifica di motorista e lì iniziava con modificare i carburatori degli Hispano Suiza in dotazione al reparto.
1928.
Arrivava il 29 giugno a Desenzano in pianta stabile nel Reparto Alta Velocità ed incontrando il Maggiore Bernasconi capo del reparto, cimentandosi subito sullo studio dell’alimentazione dei motori con prese d’aria a pressione totale.
1929.
Studiava e realizzata la pedaliera a demoltiplicazione differenziata, poi montate sugli aerei ad alta velocità.
1930.
Suo il sistema di carburazione compensata per la pressione totale, omologando il progetto l’anno successivo e donandolo subito alla Regia Aeronautica.
1931.
Sui motori Fiat AS 6 che dotavano gli idrocorsa MC 72 venivano montati i suoi dispositivi, per il miglioramento della carburazione dei motori a combustione interna, il due novembre di quello stesso anno veniva congedato dopo sei anni di ferma breve.
1932 nonostante fosse “uscito” dall’ambiente militare la RA decise di assumerlo come capo civile del personale tecnico.
Realizzando nel dicembre una nuova elica con fessure anticavitanti, montate sugli aerei veloci non dotati di comandi per il passo variabile.
23 ottobre 1934.
Il primo record, con un MC 72 Est e il primato mondiale di velocità per idrovolanti, raggiungendo i 709,209 km orari, quell’aereo montava il nuovo carburatore realizzato dall’Ingegner Palanca che contribuì anche alla realizzazione del sistema di cronometraggio.
1936.
Motori Alfa e costruzioni aeronautiche di Milano, veniva assegnato alla direzione per la messa a punto dei motori impiegati in importanti competizioni, molte delle quali svoltesi fuori dai confini nazionali e su un SM 79 lo stesso Palanca conquistò un importante risultato.

La squadra dei Sorci Verdi prima della Istres-Damasco-Parigi, mio padre è il secondo da sx seduto.
Armando Palanca nel 1937.
- Sui motori degli SM 79 impiegati per il raid che collegava Roma Dakar e Rio de Janeiro il suo fare risultò determinante.
- Da quell’impresa nel 1939 nacque la LATI Linee Aeree Transcontinentali Italiane.
- Un ulteriore evento importante fu la Istres-Damasco-Parigi del 20 agosto.
Lo scritto dell’Ing. Armando Palanca di Suo pugno e fornitomi dal gentile figlio il Sig. Alberto.
1938.
Partiva e raggiungeva il Brasile per formarne i piloti e gli specialisti dell’aviazione, per poi a settembre rientrare in Italia e seguire il nuovo progetto per una linea civile collegante il nostro paese col Sud America.
1939.
- Un nuovo record poteva e doveva essere stabilito, mise mano su un aereo pilotato dal C.te Angelo Tondi e nell’equipaggio il Cap. Dagasso e con loro il motorista Aldo Stagliano, dotato di un motore Alfa Romeo 128 RC 21, conquistarono il primato mondiale sulla distanza in circuito chiuso di 12.935 chilometri in 57 ore e 35 minuti.
- Nasceva la LATI, collaborò; in qualità di capo dei servizi tecnici e ufficio sperimentale; alla preparazione degli aeroplani e tutta l’organizzazione tecnica per lo sviluppo delle rotte Roma-Siviglia-Villa Cisneros-Isola del Sale-Pernambuco-Rio de Janeiro.
- Alla fine dello stesso anno contribuì alla costruzione dell’aeroporto di Espargos sull’Isola del Sale.
1940.
- Richiamato nella Regia Aeronautica dopo lo scoppio del secondo conflitto bellico mondiale ed assegnato allo Sato Maggiore Sezione Armamenti Aerei.
- Lavorò quasi esclusivamente sui motori Alfa Romeo – Fiat – Piaggio migliorandone le sia le prestazioni che l’affidabilità.
Armando Palanca – 1942.
- La messa a punto sul SM 75, aereo impiegato per voli propagandistici sulla rotta Roma-Bengasi-Asmara-Roma.
- Con lui effettuare la tratta Roma Bengasi sull’areo condotto dal Colonnello Amedeo Parisi e dal Capitano Publio Magini.
La Operazione S manoscritta dall’Ing. Armando Palanca, con le foto inviatemi dal Sig. Alberto che ringrazio ancora una volta.
1943.
- Veniva prima trasferito a Monfalcone e poco dopo a Vigna di Valle coinvolto nella realizzazione di un nuovo progetto propagandistico, il volo Roma-Bordeaux-New York con ritorno senza scalo, che però rimase allo stadio di progetto e non realizzato.
- 26 febbraio presentava a Mussolini un suo “rapporto sullo stato dell’industria aeronautica italiana”.
- Due giugno presentava un progetto e brevetto su un nuovo dispositivo capace di mantenere costante il livello dei serbatoi al variare della portata ed accelerazione.
1944.
Rientrava nella Regia Aeronautica dopo l’armistizio.
1946.
- La laurea ad honorem per ingegneria meccanica presa da papà nel 1946 a Friburgo (Svizzera).
- Sui motori Alfa Romeo RC 18 montati sugli SM 82 riusciva ad installare dei turbocompressori MOSS.
1947.
Lasciava l’Aeronautica Militare il 2 settembre assumendo la direzione tecnica della LATI, appena ricostituita per riprendere i collegamenti con il Sud America.
Il Sig. Alberto oltre ad averci messi a disposizione i manoscritti di Suo padre ha desiderato che inserissi un ricordo:
1947/48 ero a casa seduto vicino al suo tavolo da disegno, stava lavorando sulla carrozzeria della Fiat 1500 e su dei carburatori, ero affascinato dalla facilità di segnare curve per aerodinamica sia della carrozzeria che dei carburatori. Dal 1948 per effetto della separazione da mia madre ho vissuto fino al 1963 in collegio e solo nel periodo estivo seguivo le attività di papà al di fuori di Alitalia, sui motori auto dell’epoca (De Santis-Giannini-Ferrari-Bellancauto) con numerose variazioni sulla potenza degli stessi (cominciando con Alfa Romeo, Lancia, Cosworth, Fiat e Ferrari) … ora ho solo i ricordi ciao Alberto.
1949.
- Con il volo inaugurale LATI con Caracas, l’Ingegner Palanca era su quel volo.
- In quello stesso anno realizzò la protagonista di oggi una barchetta su base Fiat.
1952.
L’Alitalia assorbiva la LATI e lui veniva nominato responsabile del servizio tecnico operativo, iniziava così a preparare la documentazione operativa per i DC 4 impiegati sulla rotta Roma-Buenos Aires.
Sempre ricevute dal figlio il Sig. Alberto Volo Roma Tokyo Roma Luglio 1942.
1957.
De Santics Formula Junior, fu determinante il suo intervento per la realizzazione della carrozzeria in alluminio montata su questa “vetturetta” da corsa.
Armando Palanca e De Santis con la sport prototipo 1000 del 1965.
Disegno e modifiche sul motore da parte di mio padre, unico esemplare esistente ed in possesso di un ex pilota toscano, ha corso varie volte tra cui il pilota Johnatan Williams che ha vinto il Gran premio di Monza con la De Santis F3.
1972.
Cessava il rapporto con la Alitalia il 22 settembre.
1973.
Elaborazioni GIANNINI, quando alla piccola casa automobilistica romana arrivò Volfango Polverelli sostituendo il defunto Domenico Giannini, fu lui insieme a tre figli Gabriele Gaetano e Giacomo a coinvolgere l’Ingegner Palanca che diede un importante contributo per rilanciarla, studiando nuove soluzioni per migliorare ed elaborare i modelli Fiat presenti nel catalogo e fra questi le 126 e Ritmo per poi arrivare alla Panda.

Armando Palanca, Mio padre mentre prepara aerodinamica per Ferrari 512 BB nel 1980 per la 24 ore di Le Mans.
Armando Palanca – 1980 e la Ferrari 512 BB.
Per la 24 Ore di Le Mans (Scuderia Bellancauto di Roma), collaborò fattivamente alla sua aerodinamica e all’alimentazione del motore, conosciuta dagli appassionati come BBB dove l’ultima B era appunto per ricordare il team capitolino.
Negli anni successivi collaborò anche con la BREMBO.
Primi anni ’90.
La Officine Coccia presentava nel 1991 la sua prima monoposto, un’auto pensata per far avvicinare più persone possibili al mondo delle corse senza “costringerli” a sborsare cifre astronomiche, su quel tipo di auto l’Ingegner Palanca ci lavorava già da quasi quattro anni e molto probabilmente avrebbe continuato a farlo se non fosse mancato improvvisamente.
Armando Palanca – 1993 moriva a Roma il 22 luglio.
Ora, so benissimo che avrei potuto “approfondire” molto di più il suo fare ed agire sugli arei, avrei potuto o dovuto dilungarmi di più e non proporti “”solo”” la serie di date poco sopra, ma avrei rischiato di “portar via” del lavoro altrui, quando io; oggi; voglio, desidero, che a raccontarci la storia del Signor Palanca sia suo figlio, facendolo soprattutto su quell’unico esemplare di auto.
Certo con il figlio io oggi ho intessuti rapporti “”solo “” telefonici.
- Ma non credo serva scrivere troppo sui come e perché ne abbia avuta una serie di certezze.
- Partendo dall’orgoglio per un padre così capace e determinato, un padre che partiva come un piccolo imprenditore agricolo nel suo paese/zona d’origine.
- Un padre che per sue capacità ed un certo intuizioni si rese così importante prima per la nostra aeronautica e negli anni riusciva a cimentarsi sulle auto.
- Su vetture di piccoli team e su una Ferrari.
- Realizzando una Sua vettura che come ho scritto sopra è stata la protagonista di una ricerca fatta dal figlio insieme al suo nuovo proprietario.
So benissimo che oggi non stiamo trattando di una qualche vettura che ha vinto campionati del mondo.
Sono consapevole che quanto avrai letto oggi è “lontano dalle solite cose” alle quali magari Ti avrò abituato negli anni a leggere, ma in questo mio blog voglio che emergano passioni e storie “diverse”, cerco sempre di coinvolgere persone che le hanno vissute direttamente o coinvolte dall’essere un figlio o un lontano parente, sicuro di esserci riuscito un’altra volta, felice di esserci riuscito.
La nostra storia motoristica è questa, lo è e sarà sino a quando riusciremo a ricordarci di persone di loro idee e progetti, lo è e sarà sino a quando avremo la possibilità di farlo senza fermarci solo a certi nomi date ed eventi, Da appassionato di storia e decisamente convinto che la nostra; quella motoristica; meriti un ricordo, meriti di far pensare a certi anni senza incorrere in facili giudizi, meriti un ricordare persone e loro capacità, sia necessario farlo per non dimenticarsi o “ridurne” il sapere e ricordare solo a pochi.

Armando Palanca, Il figlio Alberto appassionato di auto d’epoca, ne ha avute diverse e questa è l’unica che ha tenuta.
Spero di esserci riuscito.
Sicuro che senza quelle telefonate e fotografie ricevute dal Signor Alberto non ci sarei mai riuscito, sicuro che magari avrei rischiato di riportare alcuni stralci da un qualche mio vecchio libro o rivista, felice di esserci riuscito con un simile fondamentale ed apprezzatissimo aiuto, infatti Posso ringraziare lo squisito Alberto solo “virtualmente” ma fiducioso che dopo quel nostro interloquire potrà magari un giorno seguire un caffè e quattro chiacchiere, posso convintamente ringraziarlo per avermi fatto conoscere meglio Suo padre ed aver ampliato il mio sapere.