Gilera Saturno Piuma
Fra le monocilindriche più note e vincenti di sempre, cinquecento le vittorie conseguite, sino al 1957 quando la sua produzione terminò.
Da un’idea dell’ingegner Salmaggi, che nel 1939, insieme alla Gilera
proposero sul mercato una moto leggendaria, venduta in diverse versioni e per molti anni, fino al 1957, seimila gli esemplari prodotti, alcuni dei quali utilizzati per le competizioni, le gare di velocità.
Una moto “semplice”, tanto dal non esserci mai state grandi differenze fra una moto che girava in una qualche città o paese con un’altra utilizzata sui circuiti.
Un monocilindrico verticale
con aste e bilancieri, tre le versioni “da corsa”, il Competizione (1940_1948), il modello Sanremo (1947-1951), e quello protagonista di questo post, il Piuma (1952-1957).
Alla Saturno venne affidato il duro compito di mantenere alto il nome Gilera
inizialmente con la versione Competizione, con i suoi 32 cavalli a 5500 giri, 140 chilogrammi di peso e 165 km/h come velocità massima, riusciva a battere le Moto Guzzi Dondolino e la successiva e più moderna Gambalunga, che erano le sue principali rivali.
Nel 1947, guidata da Carlo Bandirola, arrivò una nuova versione
più veloce e potente, subito vincente sul circuito di Ospitaletti (Sanremo), con 35 cavalli a 6000 giri, un peso ridotto portato a soli 120 chilogrammi, quasi 180 km/h la velocità massima.
Lo stesso telaio, con la nuova forcella stampata al posto del precedente parallelogramma, il freno anteriore a tamburo centrale.
Quel nome, Sanremo, gli portò fortuna, riuscì a vincere la stessa gara dal 1947 al 1951, cinque edizioni di fila.
Poco tempo dopo arrivò la versione più famosa la Gilera Saturno Piuma
la più definitiva, era il modello Corsa, detto anche “piuma”, il cui peso era lo stesso della versione Sanremo, con; però; importanti modifiche.
La forcella telescopica anteriore, ammortizzatori posteriori idraulici, serbatoio più grande e capace, un nuovo telaio decisamente migliorato nella solidità.
Il motore, nel 1952, venne dotato anche del nuovo cilindro, quello più “alettato” per capirci, e per quelle ufficiali anche i carter in elektron.
Elektron è una lega composta principalmente da magnesio, con una percentuale variabile di alluimino che varia a seconda del tipo di lega.
Un materiale molto leggero, molto pericoloso da lavorare essendo facilmente infiammabile, il suo principale utilizzo è per la realizzazione di componenti che devono essere molto leggeri e allo stesso tempo solidi.
Quest’ultime, quelle prodotte sino al 1957
avevano una potenza di 38 cavalli a 6000 giri, ed una velocità massima di 190 km/h.
Nella foto sotto una versione dotata di una carenatura integrale, molto utile viste le prestazioni, riusciva infatti a raggiungere la ragguardevole veolcità di 210 km/h.
Prodotta per molti anni
finì per diventare una moto obsoleta, sorpassata da altre, soprattutto da alcuni modelli prodotti fuori dall’Italia.
Consideriamo anche il fatto che in quel periodo ci fu il boom delle automobili che stavano cambiando le abitudini di moltissimi italiani.
500 vittorie