Motomondiale Classe 500 1988.
Lo ricordo più di altri per una serie di motivi.
In quell’anno arrivò la mia prima ed unica moto, il Team Suzuki e Schwantz, con una moto ed un motore praticamente nuovi, La Cagiva con Mamola, un “”piccolo”” team italiano in un mondo in cui dominavano i team nipponici.
La Yamaha con Lawson, il Motomondiale Classe 500 1988 lo vinsero loro.
Con una velocità ed affidabilità tali da permettere al suo pilota di terminare tutte e quindici le gare, specie quando la Honda ci rimise quei punti così importanti ritirandosi in due gare.
E nonostante avessero un motore meno potente, o magari perché non lo si potesse definire “”freschissimo”” visto che il primo ad usarlo fu Roberts, e da almeno un paio d’anni prima.
Wayne Gardner e la Honda, Motomondiale Classe 500 1988.
Vinsero l’anno precedente il mondiale (1987) partendo in quello del 1988 da stra-favoriti (nessuno sembrava avere dubbi), ma mancò l’affidabilità che non difettò mai alla Yamaha, in Austria e Francia ebbero i problemi più importanti e determinanti per il prosieguo del campionato.
La mancanza di un pilota come Freddy Spencer pesò e non poco.
Quasi assente da un paio di stagioni, (pare) per via di una sua fortissima tendinite accusato dopo aver vinto il titolo nel 1985, riconosciute le sue capacità nello sviluppare le moto, molto di più rispetto a quanto non facessero con Gardner.
Suzuki RGV500 e il Motomondiale Classe 500 1988.
Esteticamente la più bella, guidata da uno Schwantz fantastico sul bagnato e che conquistò due vittorie, un ottimo risultato per una moto che potremmo tranquillamente considerare come semi-esordiente, non deluse nessuno specie chi che ad inizio campionato non lesinò in critiche.
Gli stessi che quando vinse a Suzuka.
Molto probabilmente si saranno morsi la lingua, con una vittoria ottenuta dopo aver tenuto un tale ritmo da costringere il “matematico” Gardner a fermarsi sulla piazzola degli elicotteri, bissando la vittoria anche nel GP di Germania.
L’unica moto italiana presente con un team ufficiale, la Cagiva e il Motomondiale Classe 500 1988.
Con molte fasi (troppe) altalenanti, un team che doveva anche assolvere ad un compito importante come lo sviluppo dei pneumatici Pirelli, fra le principali critiche c’era il suo essere troppo pesante, cosa che pareva renderla molto meno guidabile rispetto alle altre e pur non difettando in potenza.
Ovviamente senza dimenticarmi del suo pilota, Randy Mamola.
L’eterno secondo come veniva spesso definito, uno dei piloti che sapeva appassionare di più i tifosi, il pupillo di Roberts dal quale si allontanò senza evitare strascichi e polemiche.

Una forcella anteriore che avremmo visto su pochissime moto di serie, sempre che potessero essere definibili tali (Bimota).
Motomondiale Classe 500 1988 e la ELF.
Una moto sperimentale, con a capo del progetto Serge Rosset, piuttosto scarsi i risultati per quella moto che divenne nota più per cose come lo sviluppo dei freni al carbonio e per la sua forcella anteriore.
Guidata dall’inglese Haslam che dovette far buon uso di una certa sua pazienza visti i numerosi problemi avuti, lode al merito sempre e comunque sia per lui che per Rosset.
Ed eccoci arrivati alla fine di questo mio “breve” ricordo.
Credo di non essere l’unico a ricordare quegli anni come i migliori; con quel livello fra i piloti e le moto; difficile da paragonare nei tre decenni successivi.
Con accese rivalità fra i piloti ed i team.
Lawson e Gardner per citare la più percepibile, con la Honda che da un anno con l’altro sembrava aver perso buona parte della sua guidabilità per via di scelte legate al cercare continui incrementi dei cavalli.
Il leader del mondiale cambiava spesso da una domenica con l’altra, di veri ed unici dominatori non sembravano essercene, non come accade oggi e da troppo tempo.
Eddie Lawson (252 punti).
Secondo Wayne Gardner (229 con la Honda), terzo Wayne Rainey (189), una Yamaha con quattro piloti fra i primi cinque.
Motomondiale Classe 500 1988, concluderei così….
Eccoci con la classifica piloti dal 1970 al 2000 (qui sotto), dove si potrà sicuramente notare che alcuni piloti oltre a cambiare spesso e “”repentinamente”” team riuscirono a vincere anche in anni “vicini” fra loro.
Lawson (ad esempio) conquistò due titoli uno dietro l’altro ma facendolo prima con la Yamaha (1988) e l’anno successivo con la Honda (1989).
2000 | Kenny Roberts Jr (Usa) | Suzuki |
1999 | Alex Criville (Spa) | Honda |
1998 | Mick Doohan (Aus) | Honda |
1997 | Mick Doohan (Aus) | Honda |
1996 | Mick Doohan (Aus) | Honda |
1995 | Mick Doohan (Aus) | Honda |
1994 | Mick Doohan (Aus) | Honda |
1993 | Kevin Schwantz (Usa) | Suzuki |
1992 | Wayne Rainey (Usa) | Yamaha |
1991 | Wayne Rainey (Usa) | Yamaha |
1990 | Wayne Rainey (Usa) | Yamaha |
1989 | Eddie Lawson (Usa) | Honda |
1988 | Eddie Lawson (Usa) | Yamaha |
1987 | Wayne Gardner (Aus) | Honda |
1986 | Eddie Lawson (Usa) | Yamaha |
1985 | Freddie Spencer (Usa) | Honda |
1984 | Eddie Lawson (Usa) | Yamaha |
1983 | Freddie Spencer (Usa) | Honda |
1982 | Franco Uncini (Ita) | Suzuki |
1981 | Marco Lucchinelli (Ita) | Suzuki |
1980 | Kenny Roberts (Usa) | Yamaha |
1979 | Kenny Roberts (Usa) | Yamaha |
1978 | Kenny Roberts (Usa) | Yamaha |
1976 | Barry Sheene (Gb) | Suzuki |
1975 | Giacomo Agostini (Ita) | Yamaha |
1974 | Phil Read (Gb) | MV Agusta |
1973 | Phil Read (Gb) | MV Agusta |
1972 | Giacomo Agostini (Ita) | MV Agusta |
1971 | Giacomo Agostini (Ita) | MV Agusta |
1970 | Giacomo Agostini (Ita) | MV Agusta |
Vedevi correre Lawson, Gardner, Rainey, Mamola e Schwantz e il nostro Chili come puoi non considerare quel periodo fra i più ricordabili di sempre ???
Solo un’ultima cosa, spero di essermi ricordato tutto e di averlo fatto bene, se ci fosse qualcosa di “storto” non esitare a farmelo sapere, grazie.
Ricordi su dannatavintage.com.
Comments 2
8 Lug 2020 at 14:18
Manca la mitica verdona ovvero la Paton
8 Lug 2020 at 14:50
Buongiorno,
😉 gli avrei dedicato un post a parte….. Comunque La ringrazio per la corretta segnalazione.