RGB Triumph 875.
The Japan battle of the twins.
La vide fra le assolute protagoniste sul finire degli anni ’80, in quello che era un campionato dedicato alle bicilindriche.
Tradotto nella nostra lingua suonerebbe… la battaglia delle bicilindriche, la BotT usandone la sigla abbreviativa, e questa moto inglese nel 1986 (a mia memoria, anche quando poteva essere anche il 1985 o giù di lì) vinse il campionato giapponese con il team Ikuzawa.
Il motore di questa moto derivava da quello che avremmo visto montato su una moto progettata da Edward Turner intorno al 1937, si aggiornato ma nella sostanza non lontanissimo da quel “”datato”” propulsore.
RGB Triumph 875, Il Team Manager Ikuzawa.
Un ex pilota e poi concessionario di moto, con lui nel progetto anche Gary Bryan ex sidecarista costretto su una sedia a rotelle dopo un brutto incidente occorsogli una quindicina di anni prima.
Fu proprio l’ex pilota inglese a dare il maggior contributo, facendolo con una tenacia e caparbietà non comuni, specie quando sapeva che fra i concorrenti vi fossero le dominatrici le velocissime moto Ducati.
Si ispirò alla moto di Bob Smith, pilota scomparso nel 1983 che guidò la prima versione di questa Triumph.
La replica doveva essere il più fedele possibile all’originale.
Ovviamente “adeguata” visto il passare degli anni, iniziando dalla cilindrata di 875 cc contro i 927 dell’originale, con una potenza massima di 98 cavalli contro i 103, la riduzione della potenza non ne inficiò più di tanto le prestazioni a tutto beneficio di una acquisita maggiore affidabilità.
Il primo problema da risolvere riguardava l’affidabilità del cambio, quando sulla moto di Smith era montato quello di una Bonneville T 140 V di serie.
RGB Triumph 875, grazie al supporto della Weslake….
Nuovi i pistoni alleggeriti capaci di sollecitare meno le parti meccaniche, in acciaio nitrurato l’albero a gomiti, la nuova testata, gli alberi a camme “320”.
Amal i due carburatori da 38 mm che comportarono un allargamento dei condotti di aspirazione, accensione elettronica Interspan, il raffreddamento ad aria.
Tolsero la catena dalla trasmissione primaria sostituendola con una cinghia dentata larga 32 mm, con la frizione multidisco realizzata dallo stesso Gary Bryan.
Modificarono anche il telaio.
Per facilitare l’accesso alle parti meccaniche e poter accelerare i tempi per un eventuale intervento.
I freni.
Un disco flottante da 320 davanti con pinza Lockheed a quattro pistoncini e dietro un 220 con pinza a due pistoncini.
Peso.
Piuttosto contenuto, soli 134 chilogrammi.
Sospensioni.
Una forcella con canne da 38 mm ed antidive fornita dalla Spondon, dietro due gruppi molla ammortizzatore della Girling.
Ruote.
In lega di magnesio da 18 pollici realizzate dalla Dymag.
RGB Triumph 875, personalmente.
La trovo bellissima, mi sono poi stupito nel leggere su un vecchio libro che la vittoria in Giappone non ebbe alcun eco in Inghilterra anche considerando le rivali trovate in pista.
L’ho proposta appunto per la sua estetica e per ricordare un campionato non conosciuto da tutti, io stesso ne ho letto pochissimo pur trovandolo certamente affascinante.
Ciao grazie ed alla prossima…….
Moto inglesi.