A Comacchio 1971.
Zona che conosciamo, andandoci spesso.
Iniziando con il riportare alcuni stralci da una cronaca cartacea di cinquantadue anni fa, lontanissima dall’idea di zone industrializzate che già allora si stavano sviluppando in zone vicine e nel resto del paese.
A Comacchio e le sue strade d’acqua.
Con molte barche e barchini di pescatori; soprattutto di anguille; lavorate subito in uno spazio apposito ed oggi diventato un museo (che continuerò a suggerire di visitare).
Una Venezia privata dei suoi merletti di marmo.
Scriveva chi mi ha preceduto, con persone indurite dalle tante intemperie, abitanti che a quanto pare sono tutti o quasi i discendenti dell’equipaggio di una nave pirata naufragata qualche secolo prima.
Forse fra quei “nipoti” molti dei pescatori di frodo, contrapposti alle Guardie delle Valli; un altro lavoro ereditato da quelle parti.
A Comacchio ed i tombaroli.
Saccheggiatori della Spina Etrusca, loro avversari ancora le guardie e con loro i Finanzieri.
Tutte cose che cozzano con una minima idea di turismo, che non significa “solo” musei e spiagge, è concretamente la possibile scoperta di zone e territori con annesse cucina e tipicità varie.
Agli inizi degli anni ’70 così si scriveva di quella zona.
Così mi è capitato di leggere un due o tre volte e sempre da fonti più o meno datate ma sostanzialmente coeve e ne riporterò oggi qualche riga, certamente convinto che oggi la situazione sia diversa, che quei “pirati” sono un ricordo lontano.
Da una delle mie enciclopedie edita nel 1975.
Cittadina dell’Emilia Romagna in provincia di Ferrara.
17.400 gli abitanti.
Sorge al margine nord orientale delle Valli omonime su alcune isolette congiunte da ponti, presso la costa adriatica, a 52 chilometri S.E. da Ferrara, di origine romana, le opere di bonifica conseguitesi nel 1800 ne hanno fatto una città di terraferma.
Venne conquistata dai Veneziani che la distrussero nel 946, cadde in seguito sotto la dominazione di Ravenna e degli Estensi, nel 1598 passò agli Stati della Chiesa, è sede vescovile.
Ha un mercato agricolo molto attivo (cerali, vino, foraggi e bestiame), vi prosperano le industrie conserviere connesse con l’allevamento dell’anguilla ed un complesso di saline.
La frazione di Porto Garibaldi è stazione balneare e porto con notevole movimento di pescherecci.
MONUMENTI:
- La bizzarra costruzione (così leggo) di Luca Danesi detta Trepponti (1634).
- La Cattedrale (sec. XVI),.
- Chiesa dei Cappuccini.
- Palazzo del Comune.
- Nei pressi si trovano gli Scavi di Spina che hanno portato alla luce pregevoli reperti del VI-V-IV secolo A.C.
VALLI DI COMACCHIO.
Vasta laguna dell’Emila di 433 chilometri quadrati (circa), presso l’Adriatico a sud del delta del Po, residuo di un avvallamente non colmato dalle alluvioni del fiume, che un tempo sfociava molto più a Sud. Alimentate dalle acque marine molto ricche di anguille, cefali, ombrine, branzini, ecc, il cui movimento per e dal mare avviene attraverso i canali di comunicazione con il mare.
Vaste zone sono state prosciugate e bonificate tra la fine del 1800 ed i primi decenni del 1900 a vantaggio dell’agricoltura.
A Comacchio, una seconda edita nel 1982.
Comune dell’Emilia Romagna in provincia di Ferrara (52 i chilometri di distanza), su alcune isolette tra il Po di volano e quello di Primaro.
- 21.318 gli abitanti.
- Importante centro peschereccio.
- Le zone balneari in frazione Porto Garibaldi e ai Lidi Ferraresi, nei suoi pressi la Necropoli di Spina e l’Abbazia di Pomposa.
Le sue ampie valli.
Un’estesa zona lagunare tra la parte terminale dei fiumi Po e il basso corso del Reno, con un’origine legata ai progressivi avanzamenti del Delta Padano in seguito a numerose bonifiche capaci di ridurre sensibilmente l’area paludosa primitiva, importante zona di pescicoltura, soprattutto per l’allevamento dell’anguilla.
A Comacchio, provo a suggerirti un paio di percorsi:
dal centro del paese percorrendo i vari ponti ed arrivando nella zona delle bilance da pesca, con alcune stazioni da pesca che sembrano abbandonate o da sistemare come un buon numero di barche che credo lì ferme da parecchio tempo.
Con una media passeggiata si arriva al Bettolino la foce.
Dove poter parcheggiare ed acquistare il biglietto in una “casetta”, arrivati davanti al cancello (si vede appena entrati con l’auto) si accede all’abitato del periodo ricostruito (ben descritto dalla guida), poi il bel giro con il battello dove si arriverà anche ad un paio di ex “Casoni da pesca”.
Fermarsi al Museo del Delta Antico vicinissimo ai Trepponti.
Visitare la Manifattura dei Marinai.
Assolutamente da citare il Loggiato dei Cappuccini e il Santuario di Santa Maria Regia in Aula, con vicino un ampio parcheggio che prosegue lungo le vie adiacenti e sino al centro del paese.
Magari percorrere i canali esterni ed arrivare in centro con un percorso “diverso” e dove suggerisco di percorrere qualcuno di quei piccoli “vicolini”.
Se si preferisce percorrere Corso Mazzini si arriverà in Piazza XX Settembre con la Cattedrale, proseguendo in Piazzetta Ugo Bassi (poco dopo) si raggiungerà la Torre dell’Orologio.
Arrivati sotto la Torre dell’Orologio
Con vicine Via Cavour e Piazza Vincenzino Folegatti, suggerisco di fermarsi a bere il caffè in quella che era la Loggia del Grano oggi diventato un bar con un bel loggiato esterno.
Vicinissime le botteghe.
Dove poter acquistare l’anguilla conservata, o un particolare salume “la Zia Ferrarese” da mettere magari in un panino e consumare mentre si cammina.
A Comacchio.
Di parcheggi ce ne sono come di cose da vedere, basta volerci andare e decidere di fermarsi per qualche ora, poi suggerisco una capatina al Lido di Volano che chi mi segue su Facebook sa quanto apprezzi, come distanza sono 15 20 chilometri a secondo della strada che si preferirà percorrere.
Due passi.