DEMM.
Tutto il materiale arriva dalla mia biblioteca personale, salvo le foto corredate dal LINK della pagina da dove sono state prese.
La Officine Daldi e Matteucci Milano
- La sede a Porretta Terme non distante da Bologna, era già una fabbrica nota ed apprezzata per la produzione di ingranaggi utensili di precisione, macchine per fabbricare ingranaggi e ruote dentate, due le sedi, una quella legale e parzialemente produttiva a Milano e quella produttiva a Porretta.
- 24 i record Mondiali di velocità classe 50 cmc e nel Campionato Italiano Velocita in Montagna con una 50 e una 125 sei i titoli.
- Il 15 luglio del1935 le Brevetti Baroncini, Ducati, Calzoni, Sabilem, la Officine Meccaniche Daldi e Matteucci (DEMM), venivano adattate alla produzione e fornitura militare.
- Nel 1943 lo stabilimento era di 25.000 mq con 1780 dipendenti, trovandosi sulla linea del fronte durante il conflitto mondiale veniva razziato dall’esercito tedesco e distrutta dal bombordamento degli alleati.
- Ricostruita nell’immediato dopoguerra, quando decisero di iniziare la produzione di motociclette e motori (anche per altre case concorrenti).
Ma prima di proseguire devo provare a ricordare una figura determinante per la DEMM, Giuliano Mazzini.
Entrava come disegnatore meccanico diventandone negli anni direttore di produzione consigliere delegato e vicepresidente, persona capace e così affezionato alla ditta per la quale aveva lavorato che dal 1985 con il figlio Mosè iniziava a raccogliere più materiale possibile per riuscire a fondare il museo DEMM.
Quando perì all’età di 84 anni lo stabilimento suonò a lutto la sirena con molti ricordarne il suo impegno e dedizione.
DEMM 1953, Entravano in un nuovo mercato.
Iniziando a produrre una serie di ciclomotori progettati e costruiti autonomamente, con quella pregressa esperienza nella produzione di strumenti di precisioni non potevano che risultare subito ben realizzati.
Sui telai in tubi o lamiera stampata ed alcuni parzialmente carenati venivano montati motori a due o quattro tempi.
- I motori a due tempi prodotti in alcune versioni, con il cambio a due o tre velocità, le versioni sport e supersport di 49 cc capaci di raggiungere i 90 km/h.
- A quattro tempi e sempre di 49 cc con cambio a due o tre velocità.
- Ambedue con la distribuzione a valvole in testa comandate da aste e bilancieri.
- Su alcune versioni delle due motorizzazioni era opzionabile il raffreddamento ad aria forzata con ventola.
- Negli anni diventava uno dei più importanti marchi italiani, riuscendo anche ad esportare in alcuni paesi europei con la Danimarca emergere sugli altri con 20.000 motori tutti dotati di un particolare sistema per limitare la velocità massima seguendo una precisa normativa allora in vigore nel paese, che fissava in 25 km/h la velocità massima, montarono una “pastiglia” d’acciaio temperato nel condotto di aspirazione che impediva modifiche.
DEMM e le motoleggere nel 1954 con motori a due o quattro tempi.
- 125 cmc e 175 cmc, con tutti i modelli avere il cambio a quattro velocità.
- Motoleggere 125 cmc con la distribuzione ad aste e bilancieri.
- Le 175 cmc con le valvole in testa comandate da due coppie di ingranaggi conici in testa che prendono il movimento da un albero verticale.
- Sino agli ’50 furono continui i miglioramenti sia estetici che tecnici.
DEMM 1956.
Con il pilota Pasini sul circuito di Monza e i record mondiali sulle lunghe distanze:
- 142 km/h di media per il record dei 100 chilometri.
- 143 km/h sempre di media per quello sull’ora.
Con il siluro 49 cmc a due tempi.
- Subito riconoscibile per la struttura tubolare piuttosto bassa e lunga, una carenatura in lamiera stampata che lo ricopriva interamente.
- Forcella anteriore a parallelogramma e la sospensione posteriore con un forcellone oscillante ed ammortizzatori telescopici.
- Il motore montato davanti alla ruota posteriore in una culla con sopra alloggiato il serbatoio del carburante.
- Seduto con le gambe tese in avanti il pilota aveva dietro la schiena un divisorio per separarlo dai due componenti.
DEMM 1957.
Arrivava un nuovo piccolo scooter da 49 cmc, con cambio a tre velocità e carrozzeria completa.
DEMM 1959.
Eccoli tornare a Monza ed ancora per dei record mondiali sulle lunghe distanze, i piloti Bernardi, Franchi, Jacopini e Tonelli.
- Due i record mondiali classe 50 cmc alla media di 98,810 km/h sui mille chilometri e sulle dodici ore con una media di 92, 296 km/h, raggiungendo i 108 km orari di media nel loro giro più veloce.
- Peccato che dopo sei ore ed aver investito una lepre cadeva il pilota; fortunatamente incolume; ma con il veicolo compromesso non riuscirono a conquistare quello delle 48 ore.
Quei motori erano privi di compressore e alimentati con benzina normale, rispetto al veicolo utilizzato (il siluro) per conquistare i record nel 1956 quello del 1959 era un ciclomotore con un telaio in tubi a doppia culla che dietro montava un forcellone oscillante con ammortizzatori telescopici e davanti una forcella telescopica, privo di carenature con solo un cupolino in lamiera stampata e plexiglass sull’anteriore che copriva il manubrio e il canotto.
La gamma dagli anni ’50 ai ’60.
Rimase in listino per tutti i ’60 con vari aggiornamenti e comprendeva:
- I ciclomotori a due o quattro tempi con cambio a due o tre velocità.
- Il Velomatic con la frizione centrifuga automatica.
- Motoleggere di 53 cmc con motore a due tempi e telaio in tubi aperto e cambio a tre velocità.
- Di 75 cmc le motoleggere due tempi e cambio a tre velocità.
- 125 cmc le motoleggere quattro tempi e cambio a quattro velocità.
Nei primi anni ’60 in Italia circolavano oltre 1.200.000 ciclomotori.
Con soli circa 90.000 quelli di produttori stranieri, di quei circa 1.110.000 la Garelli ne produceva circa 231.000, la Motomo circa 200.000, la Bianchi circa 121.000 e la DEMM da quarta produttrice circa 60.000.
DEMM 1967 – all’esposizione di Milano presentavano il Minidemm.
Esteticamente molto particolare e con alcune caratteristiche che lo resero un ciclomotore molto moderno e differente da tutti gli altri:
il telaio formato da un unico tubo di generose dimensioni, privo di sospensioni riuscivano ad ottenere un buon comfort di marcia impiegando una serie di acciai speciali molto elastici.
Montato sul fianco della ruota posteriore il motore a due tempi da 44 cmc e protetto da una piccola careantura in plastica, 0,8 cavalli a 3600 giri minuto, la trasmissione per via di una frizione centrifuga automatica era diretta sulla ruota.
Ridottissimo il suo peso in soli 35 chilogrammi, il serbatoio per il carburante alloggiato sotto la pedaliera necessitò di una pompa per alimentare il motore.
DEMM anni 70.
Decisero di concentrarsi esclusivamente sulla produzione dei motori e di alcuni ciclomotori a due tempi da 50 cmc abbandonando quasi completamente la produzione di motoleggere. Negli anni ’70 nel loro listino avremmo letti il Ping Pong con frizione automatica, il Rotari con cambio a pedale da quattro velocità e pochi altri con cambio a due o tre velocità.
I motori sciolti erano di due tipi: i Kicco Duetto Trio e Ping Pong con alesaggio e corsa 38,8X42 mm, ed i Rotari e Koala 40X39 mm che oltre ad essere ovviamente montati sui loro modelli rimasti in listino venivano venduti ad altre case.
I successi avuti sul mercato e quei record convinsero la proprietà a compiere un ulteriore passo.
Forse il più importante e rischioso vista la concorrenza, veniva formata la Squadra Corse da impegnare in varie attività, partendo dal Campionato Italiano Montagna e il Campionato Italiano su circuito, record mondiali compresi.
Con concorrenti come Mondial, Mi-Val, Ducati, Moto Morini, Cimatti, Testi, Malanca per citarne solo le più importanti e coeve, con costi allora esorbitanti e nonostante non fosse facile reperire un buon pilota visto che gli eccellenti erano già impegnati e quelli buoni non si trovavano facilmente.
Una serie di progetti che portarono la DEMM ad essere nella prima metà degli anni settanta fra i primi produttori italiani, riuscendo a esportare in altri paesi, proseguendo sino al 1982 quando scelsero di concentrandosi unicamente sulla produzione di ingranaggi qui nel LINK.
Le motoleggere.
Nel LINK la storia ben dettagliata della DEMM, dagli esordi, il periodo bellico, ne suggerisco la lettura.
Listino | DEMM | 1967 | |||||
modello | Tempi | cilin. | CV/giri | cambio | peso | velocità | listino |
a vuoto | max | in Lire | |||||
Turismo 75 | 2 | 75 | 3,3/5500 | 3 marce | 67 | 65 km/h | 98.000 |
Sport 75 | 2 | 75 | 3,3/5500 | 3 marce | 66 | 70 | 112.000 |
G.T. 125 | 2 | 124 | 4,4/4800 | 4 marce | 96 | 90 | 175.000 |
G.T. 4 T 125 | 4 | 124 | 6 a 7000 | 4 marce | 101 | 105 | 195.000 |
CICLOMOTORI | |||||||
Velomatic | 2 | 49 | 1,5/4500 | 44 | codice | 65.000 | |
Velodick | 2 | 49 | 1,5/4500 | 2 marce | 44 | codice | 65.000 |
Velodick S | 2 | 49 | 1,5/4500 | 3 marce | 44 | codice | 67.000 |
Velodick S KS | 2 | 49 | 1,5/4500 | 3 marce | 44 | codice | 70.000 |
Bimatic | 2 | 49 | 1,5/4500 | 44 | codice | 70.000 | |
Turismo | 2 | 49 | 1,5/4500 | 3 marce | 48 | codice | 72.000 |
Sport Special Lusso | 2 | 49 | 1,5/4500 | 3 marce | 48 | codice | 90.000 |
Sport Special Lusso | 2 | 49 | 1,5/4500 | 3 marce | 48 | codice | 100.000 |
Special America | 2 | 49 | 1,5/4500 | 3 marce | 52 | codice | 94.000 |
Super Sport | 2 | 49 | 1,5/4500 | 3 marce | 47 | codice | 97.000 |
Super Sport | 2 | 49 | 1,5/4500 | 4 marce | 47 | codice | 108.000 |