Salone di Tokio – 1970.
Un evento importante per il paese che lo organizzava.
Anche considerando i recenti accordi fra le case giapponesi e quelle statunitensi.
- Chrysler con Mitsubishi (accordo partito l’anno precedente nel 1969).
- Ford con Tojo Kojo (Mazda) che in questo caso faceva presumere una partecipazione azionaria del 20 %.
- Si vociferava su Genaral Motors con Isuzu azienda giapponese specializzatasi sui veicoli commerciali.

Isuzu MX prototipo con motore 1600 cmc montato centralmente a due alberi a camme in testa, la carrozzeria disegnata e costruita dalla Ghia con la parte anteriore modificata poco prima del Salone.
Il Giappone diventava in quegli anni il secondo produttore mondiale.
- Secondo per l’appunto rispetto agli Stati Uniti, con un mercato interno in grado da solo di assorbire l’ottanta per cento (percentuale considerata troppo alta dai produttori nazionali).
- Con un’esportazione che stava decisamente crescendo (con un sensibile incremento rispetto al già positivo 1969) e che vedeva il mercato americano come principale cliente che assorbiva il 40% delle auto prodotte ed uscite dalla grande isola.
- Nella fine del 1971 si sarebbero aperte le barriere doganali che prima non avevano permesso a case estere di entrare massicciamente nel mercato nipponico.
Un salone con un buon numero di microcar.
Con le aziende nipponiche sembrare concentrarsi più di prima su vetture “adatte” ad un uso prettamente cittadino, di piccole dimensioni quindi e con consumi i pù ridotti possibili, negli stand non mancavano i prototipi oltre ad auto già pronte per essere commercializzate.
Salone di Tokio e la Toyota con il 32% del mercato.
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Partiamo appunto dal prototipo Comuter una ridotta autovettura di sole tre ruote mossa da un propulsore elettrico che però non era ancora pronta per la produzione e per la casa doveva servire come fonte di studi e conseguenti evoluzioni da portare su altri modelli successivi.

Commuter il prototipo della Toyota con carrozzeria in plastica motore anteriore alimentato da un motore elettrico di 2,3 kilowatt a 3000 giri per minuto.
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EX7 un secondo prototipo su meccanica della 7 la biposto da corsa con motore 8 cilindri a V da cinque litri in lega leggera con quattro alberi a camme in testa iniezione elettronica con un numero di cavalli elevatissimo visti che era di 600 cavalli nella versione con l’iniezione elettronica indiretta Toyota-Denso aumentabili a 800 cavalli utilizzando un turbocompressore.

EX 7 con i sedili che si spostavano automaticamente all’apertura delle portiere per facilitare l’accesso all’abitacolo.
Nel mercato italiano.
Nei listini italiani avremmo trovate:
la Corolla nelle versioni 1200 berlina a due e quattro posti ad un prezzo di listino in Lire di 1.270.000 per la prima e 1.370.000 per la seconda, la versione sportiva LS una coupè a Lire 1.470.000.
E la Corona berlina di 1500 cmc a Lire 1.390.000.
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La Carina una berlina proposta in alcune versioni, montava gli stessi motori della Celica con un quattro cilindri in linea aste e bilancieri o un quattro cilindri con doppio albero a camme in testa 1600 cmc, oltre a condividere i motori montavano una scocca molto simile e le stesse sospensioni.
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Come coupè la Celica derivata dal prototipo EX1 visto l’anno precedente sempre a Tokio, motore quattro cilindri bialbero a camme in testa 1588 cmc montato anteriormente e trazione posteriore, 115 cavalli a 6400 giri/minuto la sua potenza massima, sospensioni anteriori tipo McPherson ponte posteriore rigido con molle elicoidali e puntoni, cinque i rapporti del cambio, si poteva sceglierne una versione più tranquilla con motore quattro cilindri ad aste e bilancieri e cambio da quattro rapporti.
Honda al Salone di Tokio.
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E la Z GT derivata dalla 360 che si era vista anche al Salone dell’Auto a Torino, modificavano il bicilindrico portando la potenza massima a 36 cavalli e in un’ulteriore versione più spinta montavano un cambio a cinque rapporti ed i freni a disco anteriormente con servofreno.
Nel listino italiano c’era la N360 ad un prezzo di listino di Lire 827.000.
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Ritoccavano l’estetica anteriore della 1300 berlina.
Toyo Kogyo Mazda Salone di Tokio.
In Italia erano disponibili le 1500 e 1600 berlina ad un prezzo di listino di Lire 1.440.000 per la prima.
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A tre ruote il loro prototipo EX 005.

Seconda foto del prototipo EX005 con motore Wankel raffreddato ad aria e carrozzeria in plastica con quattro posti.
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La Galant GTO proposta in due versioni una con un motore da 1600 cmc e 100 cavalli e carburatore unico e una seconda da 110 cavalli con doppio carburatore.
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Galant SR dal doppio albero a camme in testa due i suoi carburatori a doppio corpo e 125 i cavalli di potenza massima.
Fra le case nipponiche era allora quella che credeva di più sulla produzione dei motori a rotazione tipo Wankel.
Lo stand era siglato The Rotary World 1970 con esposti gli esemplari dotati di un Wankel (Cosmo 110 e RX 2 nelle versioni berlina e coupè, un proto per le competizioni con un birotax 1000 cmc).
Salone di Tokio Nissan e il 28,5%.
La Datsun 1200 De Luxe per il mercato italiano a Lire 1,245.000.
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Datsun Cherry con motore trasversale e trazione anteriore da 1.000 cmc e una seconda 1200 con due carburatori e 80 cavalli di potenza massima.
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Fra i prototipi si vide la 270X due posti con motore 1171 cmc ed iniezione elettronica (preso dalla Cherry) con prestazioni che colpirono stampa ed appassionati.
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Un secondo proto con la 126X (Inter City Car come sua seconda denominazione) quattro posti motore montato centralmente da 3 litri sei cilindri in linea con 180 cavalli, quella che nelle intenzioni poteva essere una Gran Turismo da quattro posti, fra le dotazioni previste di serie (possibili), l’aria condizionata, televisore e radiotelefono.
Salone di Tokio Mitshubishi.
Avevo già accennato sull’accordo con la Chrysler, intesa che vedeva la berlina coupè Galant essere commercializzata negli Stati Uniti con il nome Colt e distribuita dalla statunitense Dodge.
In quel salone presentavano anche la versione aggiornata GTO con un quattro cilindri con albero a camme in testa di 1600 cmc, insieme ad un’ulteriore versione bialbero e cambio a cinque rapporti, nuove le sospensioni posteriori a ruote indipendenti e telaio modificato.
Salone di Tokio Suzuki.
Concentrata in auto dalle basse cilindrate presentava una nuova versione della 360 con motore a due tempi tre cilindri e 31 i cavalli SAE.
Salone di Tokio Daihatsu.
E la versione dlettrica del suo precedente modello Max, con le batterie ricaricabili dal motore a pistoni, davanti le ruote erano azionate dal motore a benzina e dietro l’elettrico.