La Lancia Stratos
Un’auto che vinse moltissimo, nei rally degli anni ’70, facendo conoscere ed apprezzare il marchio Lancia in tutto il mondo, con un successo così “ampio” dal far godere di luce riflessa tutte le altre auto prodotte, anche negli anni successivi.
Di esemplari della prima serie ne furono prodotti soli 500
non proprio venduti subito, presente nel listino Lancia dal 1974 al 1977, con un prezzo di listino che partiva da 16.200.000. Lire.
Pur vero è che in quegli anni la crisi petrolifera fece desistere molte persone dal prendere quel tipo di auto, questa parrebbe essere una delle giustificazioni più diffuse e sentite.
Ma se in quegli anni, con quel prezzo e ovvie disponibilità, vorrei capire quanti potessero essere, realmente, le persone che decisero di non acquistarla 😉 .
Credo sia ovvio supporre che molti di quegli esemplari siano stati acquistati da squadre corse, grandi o piccole che fossero, chiaramente considerando anche gli esemplari utilizzati dalla Squadra Corse Lancia Ufficiale.
Non ebbe seguito, pur restando nei listini Lancia sino al 1977, quattro anni in cui i concessionari faticarono a venderle.
Ricordo un mio ex datore di lavoro che ne possedeva una
ne ho viste alcune in foto, portatemi durante una delle solite riunioni del sabato, ed ascoltato alcuni episodi legati a raduni, competizioni di auto d’epoca, ascoltando sempre una persona molto entusiasta.
Ogni tanto, sulla mensola di fianco alla scrivania che uso per lavorare, dovendo prendere i fogli che escono dalla stampante, spesso mi scappa l’occhio sulla piccola fila di modellini Stratos.
Sono convinto che di altre auto con quelle linee non ve ne siano più state
con quella coda molto “particolare”
con una presa d’aria coperta da quelle “tendine”
un muso aggressivo, potente
aprendo le portiere avremmo visto subito il vano portacasco
un cruscotto ben fatto, con tutti gli strumenti essenziali per un pilota
Con un telaio studiato e realizzato grazie al validissimo progetto iniziale
dell‘Ingegner Francesco De Virgilio, calandolo sulle forme disegnate dalla Bertone Design con il fantastico prototipo Stratos Zero, disegnata dalla penna dell’immenso Gandini Marcello.
La Lancia Stratos e Marcello Gandini, utilizzando le linee del prototipo
sempre da lui disegnato, presentato al Salone di Torino del 1970, e con una sua storia molto particolare.
Per ricordarne una parte, non posso non citare il momento in cui Bertone passò sotto la sbarra abbassata, per entrare negli stabilimenti Lancia.
Con una linea a cuneo, davvero compatta, con un passo cortissimo, un motore centrale posteriore.
Un auto bellissima, nonostante avesse i vetri, delle sole due portiere, che non si abbassavano completamente, quella tasca portacasco che rendeva poco comoda la guida.
Come se senza di lei quell’abitacolo così basso, i sedili poco “regolabili”, e l’abitacolo non proprio alto, potesse essere poi così comoda.
Bellissimi i sedili, molto sportivi, non so se e quanto fossero comodi, ma comunque sportivissimi.
Secondo alcune “leggende”, se la volevi guidare non potevi essere troppo alto, anche “solo” 1,80 mt., dovevi essere “piccolo”, altrimenti rischiavi di sbattere continuamente la testa sul tetto………
Personalmente non credo che chi acquistasse quest’auto
come tutte le altre coupè “basse”, perchè una sportiva o coupè alta non la ricordo, non si facesse grandi problemi, conscio delle misure, ed altrettanto di cosa fosse un’auto del genere.
Se oggi mi sono (apparentemente) dilungato su alcuni aspetti, finendo per poter sembrare anche polemico, l’ho fatto perché sono anni che ne leggo e sento di ogni sulla Stratos, nulla di troppo negativo, il tutto riconducibile; appunto; a quanto scritto.
Le quotazioni, oggi, hanno raggiunte cifre altissime, non credo sia poi così necessario dilungarsi troppo sulla cosa.
Vorrei provare a capire, però, i perchè quest’auto abbia faticato ad essere venduta
restando per un certo lasso di tempo su di un listino, quando altre auto, con quelle caratteristiche, con quella qualità, vendessero di più, non potendo dimenticare un palmares di vittorie difficilmente eguagliabile.
Molti sono stati i piloti che
con lei hanno raggiunto la notorietà, diventando dei miti automobilisticamente parlando.
Del motore
lo stesso che avremo potuto vedere montato su una Ferrari Dino 246, precedentemente utilizzato dalla stessa Ferrari su alcune auto da corsa prima di essere montato su una vettura “stradale”.
A proposito di quanto letto ed ascoltato sulla Lancia Stratos
tutti, ma proprio tutti, mio ex datore di lavoro compreso, hanno sempre evidenziata la sua tenuta di strada, e l’ottima guidabilità, nonostante il suo motore così potente e “nervoso”.
miti vintage e La Lancia Stratos
Scheda tecnica la Lancia Stratos
MOTORE
posteriore, posizionato centralmente sul posteriore
sei cilindri a V di 65°
alesaggio per corsa 92,5 X 60 mm
cilindrata effettiva 2418
rapporto di compressione 9 : 1
potenza massima 190 cavalli a 7000 giri
coppia massima 23 KGM a 4000 giri
tre carburatori doppio corpo Weber 40 IDF
due alberi a camme in testa per bancata azionati da catena
lubrificazione forzata con carter umido da 8,1 litri
TRASMISSIONE
trazione posteriore
frizione monodisco a secco
cambio a cinque rapporti più RM
differenziale autobloccante
TELAIO
una struttura portante con profilati in acciaio e leghe leggere
carrozzeria in vetroresina
SOSPENSIONI
ruote indipendenti e barra stabilizzatrice, sia anteriori che posteriormente
anteriormente con quadrilateri e gruppi molla ammortizzatore
posteriormente con triangoli e gruppi molla ammortizzatore
FRENI
a disco sulle quattro ruote, autoventilanti
RUOTE
cerchi in lega da 7,5 “, pneumatici 205/70 VR 14
DIMENSIONI
lunga 3710 mm – larga 1750 mm – passo 2180 mm – carreggiata ant. 1430 mm posteriore 1460 mm – alta 1110 mm
PESO
980 chilogrammi a vuoto
SERBATOIO
due serbatoi per un totale di 80 litri
Una dichiarazione di Gandini Marcello:
“In Bertone lavorava un giovanotto (mi pare sia andato in pensione proprio l’anno scorso…) che si dedicava alla costruzione di aerei in scala. Per un breve periodo seppe trasmettermi la passione per il modellismo. Sono meticoloso nel disegno ma non ho mai avuto la pazienza sufficiente per dedicarmi a questo hobby: incollare legnetti non era affar mio! Comunque sia, nell’entusiasmo iniziale, acquistai in Germania un veleggiatore che si chiamava Stratos. Quel nome evocava spazi infiniti e mi sembrò accompagnare bene le linee futuribili del “Prototipo Zero” che stavo disegnando. Poi c’era anche il progetto degli Stratò, un paio di sci che non vennero mai realizzati. Insomma, tra il semplice Stratos del veleggiatore e gli sci Stratò, decidemmo di aggiungere quell’ apostrofo che trasformò il logo della Stratos in Strato’s. Mi dispiace: forse la storia del nome non è proprio originale, però è proprio così…”

La Lancia Stratos Zero, il prototipo disegnato da Gandini per Bertone, dalla quale seguì la Stratos entrata in produzione.