Cagiva ALAZZURRA GT 650.
Nella sua prima versione fu una moto presentata su un mercato che era da poco venuto a conoscenza del nuovo accordo fra la Cagiva e la Ducati, in un periodo in cui la casa bolognese versava in una situazione di forte crisi.
Partirono con un accordo sulla fornitura dei motori.
Il notissimo bicilindrico a L lo stesso che avremmo visto su una Phanta, un compromesso che prevedeva una totale sospensione sulla produzione delle moto, concentrandosi esclusivamente su quella dei motori.
Iniziato nel 1983, per poi nel 1984 arrivare ad una totale acquisizione da parte della Cagiva, cosa che permise alla stessa Ducati di riprendere la produzione di moto e non essere più relegata al ruolo di sola fornitrice di motori.
Secondo molti fra i motociclisti dell’epoca pare che la qualità costruttiva del notissimo marchio non fosse fra le migliori, e che la cosa sembrasse durare da troppo tempo, uno dei motivi che la fece finire quasi sul lastrico.
La Cagiva colse la palla al balzo, ottenendo una moto che aveva indubbie doti velocistiche, e sul mercato veniva percepita qualitativamente meglio
Confermata da un’estetica sicuramente indovinata, una naked (prima versione) con il bel propulsore in bella vista, un cruscotto completo e non così distante a quello che montavano le moto giapponesi.
Motoristicamente i team delle due aziende riuscirono ad “addolcire” quel motore.
Cosa confermata anche da delle sospensioni che la rendevano una moto da turismo, capace di non “”stancare”” troppo chi la voleva utilizzare per lunghi tragitti.
Tutto sembrava filare per il meglio, sino a quando le moto non iniziarono ad avere diversi problemi.
Una frizione molto dura da azionare e poco graduale, il motore addolcito era meno potente rispetto a quello montato sulle “vecchie” Ducati, le vibrazioni eccessive rompevano il tubo di supporto del cupolino che fu necessario sostituire sia sulle moto già vendute che su quelle in produzione.
Ne ricordo una, l’aveva una persona che incontravo raramente, una persona conosciuta da un mio zio, cosa che non mi precluse di fermarmi a guardarla, lo feci con lui seduti al tavolo di un bar non pochi anni fa.
Cagiva ALAZZURRA GT 650, mi piacque subito il suo aspetto.
Quei cerchi in lega a cinque raggi neri, la distribuzione dei colori e quella piccola striscia rossa, la sella biposto sembrava comoda ma mi ci sono seduto da ferma non potrei mai confermarlo.
Il cupolino fu la cosa che preferii, con quelle frecce “incassate” e non più “fuori”, e quelle semicarene devo ammettere che non mi sono sembrate troppo coprenti, il bel motore rimaneva ancora in bella vista.
Nei pochi anni in cui venne prodotta (due a memoria) gli esemplari venduti furono per la 650 cc di 1.166 esemplari, un numero non altissimo ma sicuramente molto elevato rispetto ai 270 della 350cc.
Girando diverse officine per lavoro in un dato momento della mia vita.
Mi è capitato di vederne due forse tre ed ogni volta mi sono sempre fermato a guardarla, chiedendo al titolare se fosse in vendita e tutte le volte mi venne sempre risposto di no, era li perché doveva essere sistemata.
Una sola volta con un giovane ed appassionatissimo meccanico, ero a Bedizzole se non ricordo male, mi venne spiegato che era li per via di grossi problemi alla carburazione, non riusciva ad andarcene fuori (parole sue).
Era la stessa officina, oggi chiusa, dove tentai di acquistare quella Ducati che l’amico Giovanni mi sconsigliò di prendere.
Cagiva ALAZZURRA GT 650, metto la scheda tecnica è da un po che non lo facevo.
MOTORE:
bicilindrico a quattro tempi e distribuzione desmodronica
alesaggio e corsa 82 X 61,5
compressione 10 : 1
carburatore Dell’orto PHF 36 MD/MS
avviamento elettrico
cambio a cinque rapporti
POTENZA
45 cavalli a 8400 giri con trasmissione finale a catena
TELAIO
a doppia culla rialzata in tubi d’acciaio
SOSPENSIONI
anteriore con forcella idraulica
posteriore con ammortizzatori idraulici
FRENI
anteriori a doppio disco
dietro disco singolo
PESO
190 chilogrammi a secco
VELOCITA’
200 km/hSulle quotazioni.
Ti inserisco un paio di Link, ovviamente considerando che diventeranno “”datati”” con il proseguo del tempo.
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