Fiat 850 City Taxi
Che mi piacciano i prototipi credo sia oramai piuttosto chiaro 😉 , oggi ho preferito fare qualche passo indietro andando a “riprendere” un esemplare decisamente più datato rispetto agli ultimi che ti ho proposti.
Nel proportela; però; il primo aspetto che ho considerato è chi disegnò quest’auto.
Una di quelle che definisco “matite felici”, Pio Manzù, che insieme ad Achille Castiglioni disegnò quella che credo di poter definire una delle lampade più belle e conosciute di sempre.
La base per la Fiat 850 City Taxi fu un’altra Fiat la 850.
Un veicolo altamente simbolico per quell’Italia che aveva deciso di iniziare concretamente a muoversi in massa, spostandosi anche dalle città.
La casa torinese nelle iniziali fasi non ebbe un ruolo da protagonista, sembrò voler lasciar fare, il suo Centro Stile Interno collaborò con Manzù, si badi collaborò.
La prima cosa che stupisce di questa vettura è senza alcun dubbio l’apertura della portiera scorrevole sul lato passeggero, una cosa che avremmo visto su una vettura di serie qualche decennio dopo, così per ricordare……. una Peugeot magari.
Mettiamoci anche che fosse azionabile tramite un comando elettrico e sono sicuro che ad esserne stupito non sarò più solo io.
Le dimensioni dell’abitacolo sembrano generose, risultato ottenuto nonostante le dimensioni esterne fossero state mantenute “compatte”.
Sottolineerei che l’accesso allo stesso fosse possibile in posizione eretta o quasi, con tre posti sul divanetto posteriore.
Ovvio che anche da come si può intuire dalle foto il sedile passeggero si potesse definire di fortuna, quindi non esattamente comodo, utilizzabile al massimo per soli brevi tragitti e nel caso in cui a spostarsi fosse una famiglia.
Senza bagagli però, visto che quello spazio era stato previsto più per gli stessi che non per quello scomodo “seggiolino”.
Esagerarono, dotandola anche di un micro televisore e di un tassametro dalle dimensioni generose.
Mettiamoci anche le vetrature, perfette per un utilizzo prettamente “cittadino”, la penso in una delle nostre splendide città d’arte, magari a Firenze……..
Dopo che venne presentata al Salone di Torino del 1968 il progetto venne accantonato.
L’unica cosa che venne trasferita alla produzione fu il nuovo logo Fiat obliquo, rimasto poi per molti anni presente sulle successive vetture e mezzi commerciali.
Non so tu, ma a me ricorda una vettura arrivata poco dopo, quella che credo sia una delle migliori piccole auto di sempre, la Fiat 126, sbaglio ????
Quindici i brevetti nati dopo questo progetto, e senza dimenticarmi della Fiat 127 elaborata sempre da quella “matita felice” che era Manzù.
Entrò nel progetto Fiat 850 City Taxi un altro nostro “geniaccio”.
Quello che ricordo fra le più eccelse menti del nostro motorismo, Dante Giacosa e quel cambio idroconvert semiautomatico senza una frizione.
E del primo vivavoce della storia vogliamo parlarne??
Il radiotelefono collegato alla centrale taxi era dotato di un microfono visibile sull’aletta del guidatore.
Fiat 850 City Taxi cos’altro si può chiedere ad un prototipo ??? Di essere solo bello o anche pratico ?????
Ciao e grazie.