Cisitalia Aerodinamica Savonuzzi.
Cisitalia Aerodinamica Savonuzzi, già il suo simbolo ha del „“suo““.
Uno stambecco rampante, scelto da Dusio (il suo fondatore) credo per distinguersi dal cospicuo numero di carrozzieri piccoli medi e grandi, che nello stesso periodo presentavano con una buona frequenza auto, nuove o “rivisitazioni” di una qualche Fiat (nella maggior parte dei casi).
I nomi che in un modo o nell’altro sono fra i protagonisti di questa Cisitalia Aerodinamica Savonuzzi sono fra i più illustri del periodo.
Ma partiamo dalla base, dalla vettura dalla quale ebbe origine questa, era una monoposto la D46 con un telaio a traliccio in tubi ed un motore di 1100 cc, lo stesso della Fiat 1100 B, modificato nella testata e organi di movimento finendo con il sistema di lubrificazione.
Non mi dilungherò troppo sul fatto che a pilotare la D46…..
Furono Tazio Nuovolari, Piero Taruffi e Alberto Ascari, ovviamente perché conscio della fama e spessore di personaggi tanto importanti.
Torniamo a quei nomi.
Dante Giacosa che sappiamo essere il „“papà““ della Topolino e la 127 da tempo interagiva con il Dusio, facendolo prima di ritornare alla base (mamma Fiat) ed essere sostituito dall’Ingegner Savonuzzi, che come sappiamo divenne poi direttore del C.R. Chrysler e poi quello della Fiat.
Va assolutamente ricordato che il Savonuzzi fosse un esperto di meccanica quanto di aerodinamica, credo davvero che lo abbia „aiutato“ nel pensare a quelle pinne posteriori, il cx di quella auto era 0,29, un valore strepitoso per quegli anni (1947).
Cisitalia Aerodinamica Savonuzzi, la prima „versione“ di quest’auto la dobbiamo proprio all’ingegnere.
Pensò ad una nuova versione della D46 trasformandola in una due posti, facendosi aiutare dalla Carrozzeria Rocco Motto, arrivava così la prima „“berlinetta a cassone““, nomignolo datogli per via delle vistose pinne sul posteriore.
Ma pare non rimase del tutto contento di quella sua MKI, volle subito riprovarci con una seconda versione, cambiò anche la carrozzeria rivolgendosi a Vignale che nel marzo del 1947 (lavorando negli stabilimenti Farina) gli approntò la Tipo 202 CMM.
Cisitalia Aerodinamica Savonuzzi, mantennero le pinne sul posteriore.
Rendendole più filanti e meno „invadenti“ rispetto a quelle del modello precedente, anche più funzionali dal punto di vista aerodinamico rispetto alle altre che erano più grosse, queste sembravano garantire un risultato completamente diverso.
Motore piccolo (1089 cc e una sessantina di cavalli), comunque modificato „aiutato“ da una aerodinamica così efficace che diventò subito un’auto ambita e vincente, e nonostante avesse avute ripetute noie meccaniche.
Fra i casi più eclatanti la MM del 47, con alla guida Piero Taruffi alla testa della gara sino a Cattolica, si dovvette arrendere per la foratura di un pistone, problema che si ripetè altre volte e sempre in occasioni molto importanti ed anche dopo che passò alla cilindrata da 1200 cc.
I pistoni fusi di serie risultarono spessissimo troppo deboli, cosa peraltro letta anche altre volte e su auto diverse.
Non ho mai capito perchè non ne montassero di fucinati, in fondo di denari per quelle auto e gare ne spendevano parecchi, perdere così…… Bho.
Cisitalia Aerodinamica Savonuzzi, nella storia di questa auto credo ci sia molto…..
Tanto di quei piccoli marchi che volevano dare del filo da torcere ad altri più noti.
Persone/tecnici ingegneri dalle indubbie capacità e come in questo caso coraggio.
Piloti leggendari alla guida di auto con motori piccoli e fragili,
che ai bassi regimi giravano spesso male facendo anche molto rumore, sterzi durissimi.
Contro magari certe Alfa Romeo, Maserati, inglesi, con cilindrate doppie e team con meccanici e confort vari non paragonabili.
E come direbbe il Pargolo pervaso dalla sua 😉 😉 raffinatezza, questa è una di quelle auto che mi fanno sangue, ed io non potrei mai essere più d’accordo.