Un percorso alternativo.
Era un giorno iniziato come tanti.
Mi ero alzato alle 5.30, oltre non riesco ad andare nemmeno la domenica, mentre mi vestivo ascoltavo il tg alla TV e tutti quei dati e disgrazie mi avevano subito messo di cattivo umore, visto il perdurare della situazione la mia disciplina si stava trasformando in insofferenza.
Per fare quegli 80/90 chilometri ci avevo messo una vita.
Dalle 6.00 alle 7.20 e quando sono arrivato dal primo cliente l’ho trovato chiuso, cosa molto strana visto che in anni precedenti ed agli stessi orari lo avevo sempre trovato aperto.
Lo chiamo e lui quasi piccato mi dice che cosa mi chiami adesso a quest’ora, non trovi che sia un attimo prestino, mi scuso e gli dico che in fondo era il solito orario e lui mi avesse più volte chiamato anche prima, con tono scherzoso mi rispose che avrebbe aperto alle 8.00.
Provo a spostarmi da un altro, cambiando idea dopo una decina di chilometri e tornando indietro non troppo convinto, arrivo nel centro del piccolissimo paese e parcheggio l’auto volendo andare a prendermi un caffè visto un leggerissimo bisogno di espletare.
Un percorso alternativo, entro chiedo se potessi usare il bagno ricevendone una risposta negativa.
Va bhe prendo il caffè e il sacchettino con la brioches e ritorno verso l’auto, sostando su un muretto per mettere lo zucchero nel peggior caffè che ricordassi, incazzato come una vipera mi ridirigo verso quel cliente e li mi fermo aspettando che arrivassero le 8.00.
Per fare l’ordine ci impieghiamo un’oretta e mezza.
Nella ferramenta saranno entrate forse due persone e tutte servite dal suo dipendente, lui invece rispondeva alle telefonate con una media di 20 minuti come durata.
Niente quel giorno era oramai nato svergolo, io non volendo rovinarmelo del tutto decisi di spostarmi senza percorrere le solite strade scegliendone di „piccole“, passando per alcuni paesini che conoscevo non così bene essendoci passato molto di rado.
Un percorso alternativo, quasi alle 10.00 il cruscotto mi segnalava l’arrivo di una chiamata.
Dovevo aver lasciato il telefono in muto o come al solito ci era andato da solo, per fortuna il volume della radio si abbassa completamente lasciando spazio ad un trillo.
Rispondo e ……. ciao Pippo dove sei ???
Ciao Andrea sono dalle tue parti.
Sto facendo un percorso alternativo ed inizio a spiegargli il perché.
Mentre parlavamo gli chiesi se conoscesse un dato paese che dalla strada sembrava „carino“.
Ma che domande fai, vuoi forse che io non conosca la mia provincia, per chi mi hai preso ???
Un percorso alternativo, senti caro anche tu stamattina ti sei svegliato maluccio sento.
Stai calmo perché oggi temo che i vaffa possano volare è una giornata storta, si hai ragione scusami, ma sai stare qui fermo con sto piede ingessato mi manda ai pazzi, non posso uscire e lavorare tu mi conosci e sai che patire sia per me.
Un percorso alternativo, caro Andrea fidati, non so se uscendo troveresti chissà che, son giorni difficili credimi.
Ed intanto macinavo strade e stradine, passando da alcuni paesi che sembravano sin quasi disabitati, con alcuni che comunque sono riusciti a farmi sorridere per una loro chiesa o un viale.
Sono arrivato ti chiamo dopo, ciao ok va bene ci risentiamo intanto ti preparo un elenco sui più bei castelli e cascine di Cremona, non so se riesco a metterceli tuti ma ci provo.
Entro saluto la squisita signora.
La titolare della ferramenta ed il suo cane un Jack Russel adorabile, parliamo delle nostre cose e finito riparto, richiamo subito Andrea per farmi dire che altre strade potessi fare per andare dal prossimo, lui con la dovizia di un professore zitello in pensione mi dice di girare li e fare quella rotonda, uscire da una data strada, intervallando il tutto con altre cose nostre, alcune delle quali oramai consuete.
Percorro quegli 8 o 10 chilometri in mezzo alla campagna, con poche cascine nel mare di terra coltivata che vedo, ne intravvedo una bellissima ma in stato di quasi totale abbandono.
Si la conosco, pensa che era di una famiglia molto agiata che per colpa del figlio e della sua seconda moglie hanno perso tutto, fai conto che la terra che vedi era tutta loro, ed inizia con un sermone sul lavoro die padri e le incapacità dei figli, senza dimenticarsi della moglie però.
Per fortuna che ero io quello alzatosi storto quel giorno, ma lo conosco da parecchi anni e la cosa non mi stupiva 😉 😉 .
Arrivo dall’altro cliente, lo risaluto ed entro.
Ciao Filippo, buongiorno tutto bene ??? Si grazie, ti stavo aspettando avendo visto la tua mail e sapendo che arrivavi ti ho preparato l’ordine, intanto che scrivi dimmi le promo che ho una certa premura, fatto tutto esco ed inizio a spostarmi un’altra volta.
Nel mentre risquilla il telefono.
Un collega che non sentivo da almeno cinque anni, dopo pochi convenevoli mi chiede come stesse andando, non prima di avermi fatto un nefasto quadro sulla sua situazione sia lavorativa che familiare, aveva appena cambiato lavoro e dopo anni la moglie aveva deciso che dovessero divorziare.
Inizia con un „pippotto“ sugli alimenti e sui tanti come e perché, io me ne sto zitto, oramai quella non vedevo alcun segnale che potesse migliorare una giornata così svergola, arrivato davanti ad un’altra ferramenta lo salutavo dicendogli due parole per rincuorarlo.
Entravo e subito la moglie del caro Cliente mi invitò a seguirla, (io) dove ???? Fidati.
Andiamo nel cucinino vicinissimo alla porta del piccolo magazzino e li ci trovo il marito seduto al tavolo con la tela cerata d’epoca, credo abbia addirittura cambiato colore dal tanto tempo che è lì seppur fosse ancora bella lustra e pulita.
Siediti, lo faccio senza fiatare e lei tira fuori da un piccolo forno a gas delle chiacchiere che aveva fatte lei mettendole sul tavolo, vuoi un bel caffè ??
Hummmmm non so, guardi è una di quelle giornatine non facili, non vorrei che mi innervosisse, ma nooo stai tranquillo te lo faccio buono, ok la ringrazio tanto.
Un percorso alternativo, con il marito iniziamo a parlare di tutto fuorchè di lavoro.
Non ne aveva voglia me lo aveva fatto intuire subito, mi passa il solito foglio e mentre chiacchieriamo inizio a scrivere i codici e il numero dei pezzi, mettendoci a parlare di tutt’altro, di auto e modellini e ringraziandomi per avergli segnalato quel dato gruppo su Facebook, dove anche lui aveva trovato degli esemplari interessanti.
Passata una buona mezz’ora li ringrazio e mi incammino verso l’auto e riparto un’altra volta.
La giornata è proseguita così, allietata da alcuni panorami che se non erano tutti da cartolina sono almeno riusciti a farmi rilassare, quel percorso lo rifarò ancora, alla fine come distanza ci saranno si e no dieci chilometri in tutto come differenza.
Sul telefonino nel frattempo continuavano ad arrivare fotografie su w.up (non avevo dubbi), così io una volta arrivato a casa sapevo già da dove attingere, sperando di non dimenticarmene nessuno.
Castelli e Ville storiche.