Gruppi ed orchestre.

Che fossimo in Italia o da qualche parte fuori dai nostri confini i mezzi, sia economici che di locomozione, erano quelli 😉 .
Ne ricordo tanti, ne ho visti tanti.
Fra la fine degli anni 70 e il decennio 80, ma negli anni successivi in un numero ridotto e sino agli ultimi anni in cui fatico a ricordarmi di averne visto qualcuno, forse ed anche perché sono cambiate le abitudini, di sagre paesane non ne frequento più da tanto tempo e non è che neanche prima ci andassi poi così spesso, di musicassette oramai ci si ricorda e basta, eccecce.
Quasi sempre quando andavo nel mantovano con lo zio o i miei familiari.
Quando magari la nostra destinazione era una festa o sagra di paese li trovavamo e con un loro addetto all’ingresso intento a distribuire volantini e brochure 😉 , li sentivi suonare ancor prima di arrivare al parcheggio, sapevi che bene o male ci fossero, ci dovevano essere.
Furgoni, auto, camion e dei pullman.
Mezzi che permettevano al cantante e al suo entourage di girare da un paese ad un paesino, alcuni colorati e/o con affissi i loro cartelloni pubblicitari e spesso dotati di grandi altoparlanti posizionati quasi sempre sul tetto, da dove propagavano la loro musica o un qualche slogan.
Gruppi ed orchestre, siori e siore venghino, era una frase ricorrente.
Uno slogan diventato oramai 😉 😉 patrimonio dell’umanità, lo si sentiva come sottofondo con la musica pompata a volumi molto alti, impossibili da non sentire, ma in fondo era colore e calore anche quello, in fondo piaceva anche a chi rimbrottava per averlo svegliato dal riposino passando troppo vicino alla sua casa.
Dove eravamo, nelle immediate dell’albergo, li vidi per la mia prima volta una carovana di mezzi con adesivi e scritte tutte uguali.
Erano parcheggiati lungo un viale alberato, con alcuni addetti intenti a scaricare merci ed attrezzature da montare poco distante, incuriosito mi ci feci vicino ma mantenendo quella distanza di sicurezza che mi potesse far star tranquillo, senza voler ne disturbare ne indolenzire quei signori.
Uno di loro si accorse di me e si avvicinò, in un dialetto che non saprei scrivere mi chiese se folli li da solo, se la mamma o il papà erano vicini, 😉 😉 chiedendomi se mi piacesse il liscio se lo conoscessi, gli risposi che vista la mia età non sapevo nemmeno cosa fosse 😉 😉 .
Gruppi ed orchestre. con il dito indicai mio padre intento a guardare quel rostro girevole con le cartoline, era a circa cento metri da me.
Se ne accorse ed affrettando il passo si avvicinò, salutando con la parola e il gesto di una mano il mio interlocutore, lui fece altrettanto in un perfetto dialetto locale.
La sta forse disturbando gli chiese, ma ndavalà (era più o meno così) assolutamente, ho visto che è molto ben educato, così mi sono avvicinato per salutarlo e sincerarmi che fosse con qualcuno, si misero a parlare, con alcuni stralci che riuscii a sentire ed oggi ricordare, con alcune frasi e domande di prassi, come va il lavoro, girate ancora tanto e via discorrendo.
Il signore si lamentò della concorrenza, con alcuni gruppi che “”si accontentavano”” di coprire le spese o integrare già loro stipendi, per loro invece avendo quelle dimensioni costava parecchio girare fare e montare, senza avere la sicurezza di una buona serata e relativi introiti.
Gruppi ed orchestre, mio padre lo invitò a bere qualcosa di fresco vista la giornata piuttosto assolata, lui accettò di buon grado.
Sedutici al vicinissimo bar, che poi era una specie di roulotte messa li in pianta stabile, con quattro tavolini ed una tenda legata alla meno peggio ad alcuni alberi.
Nel mentre arrivò un signore molto distinto, si presentò come il cantante e fondatore dell’orchestra e si sedette con noi, con fare molto affabile prese una tonica ed anche lui con ghiaccio e fettina di limone, intanto io ero assorto nel guardare un distributore di palline con dentro cose e un gruppetto di ragazzi giocare a calciobalilla.
Si intrattennero per circa una mezz’oretta.
Con alla fine il loquace cantante dare a mio padre due biglietti per lo spettacolo della sera, lui dopo aver pagato la padrona della roulotte li prese ringraziandolo senza fargli sapere se ci sarebbe andato, non lo trovai troppo convinto e so che non gli rispose per cortesia.
Ci andrai stasera con la mamma immagino, non lo so adesso torniamo in hotel e gliene parlo, anche perché stasera se non te ne sei già dimenticato ti avevo promesso di portarvi tutti sulle giostre, gli scontri, si vabbè ci possiamo andare anche domani gli risposi.
Entrati nel piccolo ed accogliente albergo la titolare stava attaccando con del nastro adesivo la pubblicità della spettacolo, proponendo a mio padre di andarci, lui facendogli vedere i biglietti le rispose che ci stava pensando.
Gruppi ed orchestre, iniziò a rispondere alle sue domande a raffica.
Sul come li avesse avuti, sul se sapesse chi fosse quell’orchestra, i se conoscesse il liscio e gli piacesse, lui serafico rispose alle prime quattro o cinque domande, poi in due parole le spiegò che aveva conosciuto il titolare seduti in quel chiosco e da lui li aveva ricevuti, lei con uno sguardo stupito chiese; con tono quasi perentorio; se sapesse chi fosse quel grande cantante, se sapesse che onere fosse stato il conoscerlo, che per loro era un personaggio importante.
Gruppi ed orchestre, mio padre le rispose seraficamente che aveva fatto due parole con una persona distinta ma non lo conosceva.
Alla fine quella sera ci andarono con un’altra coppia di amici venuti in vacanza con noi, noi restammo li con la signora dell’hotel a giocare nel piccolo giardino retrostante, visto che fu lei ad insistere, fu lei a farglielo fare e volerlo, visto che era uno spettacolo imperdibile 😉 😉 , diremmo che insistette talmente tanto che i nostri genitori andarono con o senza voglia.
Peeessannntteeee 😉 😉 😉 😉 .
Siori e siore venghino.