Bandini Ilario.
Tutto il materiale arriva dalla mia biblioteca personale, salvo i soliti e necessari LINK per editare, grazie.
Fu un pilota, poi un preparatore ed infine un costruttore.
- Il protagonista di oggi un Romagnolo nato a Forlì nel 1911, iniziava da giovanissimo (tredicenne) come “piccolo” in una autofficina.
- Apriva nella sua città natale un’officina (1938) con i denari raccimolati nella ex Colonia Italiana in Eritrea, dove riparava e guidava dei camion sulla tratta da Decamerè ad Asmara.
- Iniziava a correre con le motociclette ma una brutta caduta ad Imola lo fece desistere.
- Passando subito alle “più sicure” auto.
Dal 1940 al 1965.
- Guidando auto da lui preparate partecipava ad oltre duecento gare, quattro le vittorie assolute, quattordici quelle di categoria ed un discreto numero di piazzamenti.
Bandini Italia 1947 – 1968.
Autocostruzioni Bandini Folì.
La Bandini 750 realizzata da Ilario Bandini, era una delle numerose macchine ricavate dal motore Fiat 600. Dotata di una speciale testata con valvole in testa, di monoblocco Fiat e di carburatori Dell’Orto a doppio corpo, la bandini rislutò una bella macchina con motore in lega leggera a due alberi a camme in testa. Questa vettura, pilotata dallo stesso Bandini e da Massimo Bondi, fece sentire la sua voce nelle competizioni italiane, riservate alla classe 750 cc, avvenute fra il 1952 e il 1955, in concorrenza con altre marche come la Giaur e la Stanguellini, CIT. Da l’Enciclopedia Mondiale dell’Auto – l’Editrice dell’Automobile 1970 LEA.
1942 Bandini Ilario.
Nel dopoguerra l’attività si era spostata sulla costruzione di impianti a gasogeno, quando decise di tornare ad occuparsi di auto arrivava la prima auto da competizione, montava un motore Fiat 1100 elaborato con le modifiche riguardare anche i telai e gli schemi delle sospensioni, le carrozzerie furono realizzate con la fondamentale collaborazione del Carrozziere torinese Rocco Motto, specialista nella lavorazione dell’alluminio.
Una di quelle vetture da competizione fu venduta negli USA (a New York) dove vinse una gara.
Convinse Antonio Pompeo (noto imprenditore di chiare origini italiane ex pilota e commerciante d’auto) ad ordinargli delle vetture, per farle partecipare a gare americane nella categoria 750 Sport, Bandini iniziò ad elaborare un motore Crosley progettando e montandoci una nuova testata bialbero.
Contemporaneamente arrivava il debutto del nuovo simbolo.
L’immagine stilizzata di un galletto rampante e una caveja romagnola neri su sfondo giallo, affiancati dalla bandiera italiana e la scritta Bandini.
1955 – 1956 – 1958.
I successi non tardarono ad arrivare con i piloti Dolph Vilardi e Melvin Sacks, vincendo il campionato statunitense di categoria.
Risultati che posero le basi per una fornitura di auto per le Formula Junior e Sport destinate a piloti americani e con risultati subito piuttosto incoraggianti, ma a smorzare gli entusiasmi furono quei repentini e continui cambi dei regolamenti locali e la mancanza di risorse finanziarie per farvi fronte.
Se Bandini ci aveva creduto.
Riuscendo nel 1960 a progettare e costruire (pochi) motori propri, quando in precedenza montava motori da lui modificati (tutti con testate speciali da lui realizzate) di origine Fiat, Crosley, Offenhauser.
Ma il non avere grandi disponibilità economiche lo costrinse a limitare la produzione di vetture per il mercato statunitense arrivando ad interromperla nel 1964, si dedicò alle elaborazioni e costruzione di vetture sport prototipi in numeri ridotti per soli clienti italiani.
Bandini Ilario 1972.
Fondava il “Gruppo Piloti Bandini”” con ottanta soci, un romagnolo così attaccato alle sue terre dal rinunciare a facili glorie oltreoceano (dove ottenne maggiori sucessi e fama), con quelle chiavi della città ricevute dal Sindaco di Daytona durante una tournè nel 1960 esserne una conferma.
Oggi alcune delle auto realizzate dal Sig. Ilario sono custodite nella Collezione Bandini con suo nipote Dino esserne il custode, ammirabili qui nel LINK.
Questa è la storia di un uomo volitivo e determinato protagonista di una Motor Valley agli albori.
Con Enzo Ferrari e Ferruccio Lamborghini condivideva una laurea Honoris Causa in Ingegneria, conferita nel 1981 dall’università statunitense “Pro Deo”, con il Drake essere amico del Bandén come era solito declinarne il cognome.
Motor valley.