Romanazzi.
Officine Romanazzi I.C.A.R. – Via Tiburtina, 1072 – ROMA.
Nel 1907 Stefano Romanazzi la fondava a Putignano di Bari con un’attività incentrata sulle “prime vecchie e romantiche carrozze di tanti anni fa”.
Romanazzi 1912.
Periva il fondatore e a succedergli fu il figlio Nicola che ne trasferiva la sede a Bari dove iniziava a costruire le prime carrozze pre tranvai a cavallo.
Romanazzi 1930.
- Dopo aver superata la crisi dell’epoca si trasferirono in un nuovo stabilimento, con una superficie di 8.000 mq complessivi e 70 dipendenti, il lavoro concentrato sugli autoveicoli industriali con la maggior parte essere venduti in Albania e Africa Orientale.
L’attività diventa ausiliaria durante il periodo bellico occupandosi (quasi esclusivamente) di “lavorazioni militari”, finito il conflitto e ricostruito lo stabilimento di Bari decisero di spostarsi nella Capitale in un nuovissimo stabilimento.
Romanazzi 1950.
- Moriva il Sig. Nicola lasciando l’azienda ai quattro figli Stefano, Benedetto, Aurelio e Paolo (il più noto).
- Proseguirono l’attività mantenendo attivi gli stabilimenti di Roma e Bari insieme alle filiali di Cagliari, Napoli e Palermo.
- La superficie complessiva fra terreni e stabilimenti arrivò a 100.000 mq con 35.000 mq coperti e 600 maestranze.
- La una produzione che comprendeva la costruzione di carrozze per autobus, furgoni speciali, carrozzerie industriali, ribaltabili, cisterne ed applicazioni di terzi e quarti assi.
Romanazzi primi anni ’70 e la collaborazione con la Fiat (successivamente IVECO),
- Apririno delle sedi anche in Francia e Germania.
- Crebbero le esportazioni e specie quelle verso il Nord Africa e il Medio Oriente, da ricordare anche i loro cassoni fissi interamente realizzati in acciaio inox con sponde in lega.
Peccato però che di li a poco la famiglia Romanazzi avrebbe visto una parte dello stabilimento romano (una volta ristrutturato e convertito) diventare uffici e il resto essere oggetto di un contenzioso durato anni con le Poste Italiane, il ripetuto e cospicuo esborso economico ne decretò la definitiva bancarotta.