SIVA
1967 a Lecce.
Achille Candido giovane titolare (nasceva nel 1933) di una concessionaria FORD, pensò ad un nuovo tipo di auto.
Nel 1966 andava al Salone di Torino per vedere le novità portando con sé i disegni in scala 1:1 che aveva realizzati nella sua cantina, lì conosceva Domenico Iseglio titolare della “Stile Italia” con sue pregresse ed importanti esperienze in qualità di designer della Bizzarrini e Bertone, che dimostrò subito un certo interesse per quella sua idea di auto sportiva, il car designer pochi giorni dopo realizzava una serie di bozzetti e ne scelsero uno, fu Iseglio a consigliargli Conrero per l’elaborazione del motore FORD ed altri professionisti per il telaio, le sospensioni, ed altre parti.
Era così convinto dal riuscire a fare altrettanto con la casa statunitense, secondo un accordo la FORD l’avrebbe inserita nel suo listino quando di vetture così sportive non ne importava ancora, si accordarono per l’utilizzo dei motori e stabilendo che le auto fossero vendute esclusivamente dalle concessionarie ufficiali.
SIVA Società Italiana Vendita Automobili.
Nulla a che vedere con la precedente società milanese dove nella sigla a vendita stava vettura e fondata da Silvio Barison nel 1906.
300 gli esemplari previsti per il 1969 ed addirittura 500 per l’anno successivo, le presentava in quella che allora era considerato una delle migliori piazze espositive il Salone dell’Auto di Torino, in quello del 1967 si videro i tre prototipi della Sirio con molti visitatori fra italiani e stranieri a volerne prenotare subito un esemplare.
Incontrava i responsabili di alcuni Istituti di Credito da entusiasti e pronti a finanziarlo, rivedendoli qualche giorno dopo nella sua concessionaria.
Quando gli disse che le auto dovevano essere allestite a Lecce e nessuno lo avrebbe dissuaso la maggior parte si dileguò, come se non bastasse iniziò ad avere problemi con i fidi che già aveva per la sua concessionaria, lo costrinsero a rientrare e di conseguenza la SIVA chiuse nel 1969 (circa soli due anni dopo).
SIVA, tre i prototipi (due statitici ed uno per le prove) della SIRIO.
- Il motore Ford 20M 2300 cmc sei cilindri a V montato posteriormente in posizione centrale.
- Di serie sviluppava 90 cavalli, disponibile la versione elaborata da Conrero con oltre 140 CV.
- Velocità massime, 180 chilometri orari per la versione “base” e 220 per l’altra.
- Il telaio realizzato dall’Ingegner Moretti (con esperienze in Abarth), a struttura portante in scatolati di alluminio.
- Carrozzeria tipo coupè, in alluminio.
- Due soli i posti.
- Previsto un prezzo di listino (indicativo) di 3.970.000 Lire.
- Sospensioni indipendenti sulle quattro ruote.
- Dimensionalmente: lunga 4,05 mt, larga 1,65, passo 2,35, altezza 1,15.
- Rollbar una delle importanti novità.
- Il peso complessivo 850 chilogrammi.
L’unico esemplare dei tre dotato di motore testato sul Circuito del Valentino.
Alcuni dei titoli e/o le foto in copertina comparsi su quotidiani o riviste specializzate tolsero ogni dubbio, la “bomba da 200 all’ora nata nel profondo Sud” (così titolava Il Giorno) seguito da altri giornali nazionali ed esteri, la lettera con i complimenti ufficiali della FORD, un certo interesse dimostrato da alcuni importatori europei e giapponesi.
Non ho trovato molto materiale, se non stralci su un paio di fonti coeve.
Nessun accenno su cosa (presumo) si sia sentito rispondere il Sig. Achille, costringendomi a cercare un’intervista recente trovata sulla rete, dove leggevo che Conrero lo sollecitò più volte perché pagasse le fatture scadute.
Volevo capire sino a che punto una certa ottusità abbia impedito a tanti imprenditori di emergere e specie in certe zone dello Stivale, quando 300 vetture (ancora da costruire) erano già state tutte vendute e con clienti non solo dall’Italia.
Ma le auto a Lecce non si potevano fare.