Simca M.H. 68.
1968 un’auto realizzata per partecipare alla 24 Ore di Le Mans da:
Andrè Moynet: nasceva il 19 luglio del 1921 a Saint Mandè, un meccanico che durante la seconda guerra mondiale diventava un pilota di caccia capace di conquistare dodici vittorie diventava uno dei migliori piloti dell’esercito francese, finita la guerra iniziava a costruire delle barche alcuni aerei ed automobili (da esperto di aerodinamica e come partecipante a quattro edizioni della corsa) per poi nei successivi essere sindaco, deputato, ministro, imprenditore.
E Jacques Hubert.
La gara era prevista per il 28 e 29 settembre con partenza alle 15.00.
Un’auto esteticamente ben riuscita, particolari le portiere a farlfalla apribili verso l’alto, il telaio a traliccio tubolare con nella parte anteriore montati il radiatore dell’acqua e una ruota di scorta, posteriormente il motore di una Simca 1.200 S e per la parte centrale con una monoscocca in legno, in materiale plastico la carrozzeria con un ampio uso di plexiglass nell’abitacolo.
Simca M.H. 68 le modifiche:
Al Motore per poter partecipare alla lunga e difficile competizione:
scelsero quel motore fra quelli di grande serie che meglio di altri sembrava prestarsi ad un uso sportivo e nell’avere (nel caso) i pezzi di ricambio subito disponibili.
- Due carburatori Solex PHH 35.
- A carter secco la lubrificazione con tre pompe e radiatore dell’olio.
- Nuovi gli scarichi.
- Cambio Renault a sei rapporti o in alternativa uno Simca.
- Girling i freni.
Ruote:
Minilite anteriormente da 5” e posteriormente da 5 ½.
Un prototipo da 230 chilometri orari come velocità massima e 100 cavalli, coppia massima di 12 Kgm. a 5.500 giri/minuto, 530 chilogrammi il suo peso.
Alla guida Philippe Vidal e Jean Pierre Jabouille.
Simca M.H. 68 ho voluto scriverci per almeno due motivi.
Per ricordare che i partecipanti ad una gara così lunga e difficile non erano esclusivamente delle importanti case automobilistiche o dei milionari, con il motore di una Simca 1.200 S modificato quel tanto che bastava per correre ( sui successi (e non) di questa auto hanno già scritto altri), quando credo sia difficile se non quasi impossibile che un prototipo “messo insieme” pochi mesi prima e con meno risorse potesse competere con marchi e team già pronti da anni e denari per tutto.
Quando la passione e la determinazione ti facevano correre contro giganti con piloti e motori di un altro pianeta, quando le corse non erano per pochissimi, tutto qui.