Volkswagen Type 166 Schwimmwagen
Ne ho visto uno solo, durante un mini-raduno di auto e mezzi d’epoca
parecchi anni fa, una domenica in cui mio Zio Roberto insistette per portarmi ad una mostra sui Vigili de Fuoco, e pensare che che non ci volevo andare, temevo fosse noiosa.
Fra i mezzi visti, uno mi colpì più di altri, sembrava un’enorme vasca da bagno, e ciò che riuscivo a distinguere era solo quello che potevo vedere vista la mia altezza di allora.
La base di questo “strano” mezzo anfibio era una Kuberlwagen, con un motore a benzina, usato da VdF in particolari occasioni.
Girandoci “intorno” notai un’ elica
Posta molto in alto, la cosa mi incuriosì chiedendomi come potesse funzionare in quella posizione, ricordo che un gentile signore mi spiego’ che la stessa si abbassava quando serviva, era “spostabile”, non fissa quindi.
Un 4×4, con pneumatici tassellati, visibilmente tassellati, ho subito immaginato che dovendo percorrere strade accidentate e fangose, fossero le uniche “coperture” opzionabili.
Da un vecchio libro capitatomi casualmente fra le mani
mentre cercavo una rivista su moto d’epoca, leggevo che si trattava di un mezzo utilizzato anche nel secondo conflitto mondiale, un mezzo anfibio come pochi, molto agile.
Seppur in acqua la velocita’ fosse piuttosto bassa
e, mancando il timone, non facilmente governabile, per manovrarlo si usava lo sterzo, riuscendo con le sole ruote a “governarlo”, coadiuvati dai passeggeri che prendendo le pagaie in dotazione riuscivano veramente a dargli una direzione.
Piu’ leggero rispetto a mezzi più meno simili
derivato dal VolksWagen KubelWagen type 87.
Voluto da Ferdinand Porsche, il fondatore del celebre marchio tedesco, fu lui a ideare questo mezzo da utilizzare in qualsiasi condizioni, anche le più estreme.
Doveva trasportare uomini ed attrezzature su qualsiasi terreno, anche paludosi, e con zone acquitrinose.
Le parti che si rompevano dovevano essere sostituibili facilmente, senza impiegare troppo tempo.
Veniva prodotto negli impianti produttivi di
Stadt des KDF Wagen e Fallersleben/Wolsfburg, qualche unita’ veniva assemblata anche nello stabilimento Porsche di Stoccarda.
Lo scafo veniva assemblato dalla Ambi Budd di Berlino, per poi andare in uno dei tre stabilimenti ed essere “finito”.
Dotato di un quattro cilindri, a benzina
un boxer di 1131 cc, con 24,5 cavalli a 3000 giri, raffreddamento ad aria, alimentazione tramite un solo carburatore.
Dotato di un differenziale ZF centrale a doppia velocità, cambio sempre uno ZF manuale non sincronizzato a quattro velocità più retromarcia.
Su terra era di 80 km/h..
Le sospensioni erano a balestra su tutte le ruote, i freni a tamburo.
Montato in un vano motore ermetico, capace di non far filtrare nemmeno una sola goccia d’acqua.
Il Volkswagen Type 166 Schwimmwagen, una volta entrato in acqua, si abbassava l’elica posta posteriormente
con la trasmissione che per farla funzionare era azionabile tramite una leva, posta sul lato opposto del cambio, il rotore entrava in funzione solo una volta che veniva abbassata e fissata, riusciva a raggiungere una velocità massima di circa 10 km/h.
Chi era seduto dietro doveva essere sia molto attento che veloce, alzando l’elica non appena si fosse usciti dall’acqua, per evitare che si potesse rompere.
Va precisato che quando il Volkswagen Type 166 Schwimmwagen si trovava in acqua non fosse possibile fare retromarcia, non era prevista.
Ecco che allora chi era seduto doveva prendere in mano le pagaie visibili nelle foto, per poi remare e permettere al mezzo di retrocedere e/o essere manovrato in punti “difficili”.
Non era quindi facilissimo da usare in modalità “anfibio”, era lungo 3,82 mt., largo 1,48 mt., alto 1,61 mt., con un peso di 1,35 ton., dotato di una capote in tela rimovibile, molto comoda, specie quando sui terreni si incontravano ostacoli come le alberature.
Una volta terminato il conflitto molti dei mezzi superstiti (circa 15.000 costruiti)
vennero convertiti ad uso civile, ovviamente essendo “particolare”, da usarsi in occasioni specifiche, ad utilizzarlo (principalmente) furono i Vigili del Fuoco, nell’immediato dopoguerra anche i CC e la Polizia.
Non mi e’ dato sapere se alcuni siano stati acquistati da privati.