Yamaha Morpho, parto da un ricordo quasi remoto, una cosa accadutami circa dieci anni fa.
Era una giornata iniziata come tutte le altre, sono da un cliente ed il mio referente mi dice che sarebbe stata l’ultima volta che ci saremmo visti.
Con una certa curiosità mista ad una minima dose di apprensione gliene chiedo i motivi, lui seraficamente mi risponde che aveva trovato qualcosa di più vicino a casa.
Ci avviciniamo alla macchinetta del caffè.
Lo avevo appena bevuto in un bar a cinquecento metri da quella ferramenta, noi due non avevamo mai bevuto un caffè insieme e non avrei mai potuto dirgli di no.
Con una confidenza mai solo sfiorata sino a quel momento inizia a dirmi cosa lo avesse spinto a fare una scelta del genere.
Yamaha Morpho saranno stati un dieci e più anni fa.
Fra le mie province di competenza c’era ancora Mantova, quelle zone le conoscevo abbastanza per poterlo capire e giustificare.
Mi spiegava che la moglie continuava a lamentarsi, parti prestissimo torni a casa molto tardi, non ti vediamo nemmeno a pranzo, e poi corri troppo.
La sua era una vera ossessione per le moto, la utilizzava tutto l’anno inverno compreso, ci percorreva quei circa trenta chilometri da casa per due volte al giorno.
Era “fissato” con quelle giapponesi.
Sostenendo addirittura che secondo lui le Ducati fossero solo veloci, non valessero ne il prezzo ne il rischio.
Da appassionato sentii subito la vena del collo gonfiarsi, mi chetai non rispondendogli 😉 ;), limitandomi a fargli i complimenti per la sua YZF.
Mi sono trattenuto dal dirgli che alcuni degli adesivi posticci che aveva messo non li trovassi esattamente bellissimi 😉 😉 , un suo bottino di caccia presi in un qualche moto-salone.
Commisi anche io una “”nefandezza”” simile, peccato che fossi molto più giovane e con la mia Aprila AF1 Sintesi 125 cc, quella moto doveva sembrare una tamarrata in quei pochi mesi che gli rimasero attaccati, faccio oggi un mea culpa tardivo 😉 😉 .
Lui non mancò di specificare quanto l’avesse pagata e l’ammontare del restante sul prestito fatto per acquistarla, ne ho un ricordo indelebile.
Erano più o meno le undici e mezza e sentivo già un certo languorino, peraltro ero solito fermarmi in un ristorantino distante qualche chilometro, dove andavo di proposito per mangiare sempre la stessa cosa.
Quel giorno sarei dovuto tornare indietro per riportare indietro il mio ospite, non proseguendo subito per l’altro cliente da lì poco distante, forse cinquecento metri.
Le tre foto che seguono provengono dal sito Yamahaoldbikes.
Che faccio non lo invito???
Era solito mangiare qualcosa alla veloce e da solo, come potevo non proporgli di mangiare qualcosa di caldo, e sinceramente anche io ero stufo di pranzare da solo.
😉 😉 Temo che quel suo pranzare nel magazzino senza compagnia abbia contribuito a quel suo essere “”strano””, “”particolare”” diciamo.
Sul lavoro era senza alcun dubbio uno sgobbone, tant’è che quando decise di aprire una attività in proprio non ebbe nessun problema, aiutato e supportato dalla moglie (pare).
Arrivava come primo un bel risottino alla pilota, inizia a spiegarmi come passava quella ora e mezza in cui il negozio era chiuso.
Fra il primo e il secondo ribadì quanto gli pesasse stare nel magazzino della ditta e mangiare da solo, quando nessun collega gli aveva mai fatto compagnia, erano tutti del paese e potevano tornarsene a casa.
Gli chiesi perché non andasse in un bar.
Ehe ma no costa, ehe ma poi sai mai che spenda per qualcosa, ehe ma sai mai che………(parole sue, più o meno, secondo quanto ricordo).
Leggeva giornali di moto (parole sue) strappando gli articoli che più gli piacevano, si era fatto una sorta di piccolo almanacco self made, lo teneva nello zaino.
Ricordo che mi fece vedere alcune foto, dagli articoli strappati vidi anche quelle di alcune moto concept.
Metto il link della ricetta, merita ;), peraltro andavo sempre in quel ristorantino a prezzo fisso proprio perché sapevo che in quel tal giorno veniva preparato.
C’era anche la Yamaha Morpho.
E’ difficile da dimenticare l’enfasi del mio ospite, un appassionato del marchio Yamaha.
Ovviamente non ne ricordo tutte le caratteristiche, sarebbe impossibile visti gli anni trascorsi, ma ciò che non ho dimenticato è il suo specificare come fosse “a misura del pilota”.
Il manubrio e la sella potevano essere regolati dal pilota senza troppe complicazioni, mimando il come fosse possibile.
Le tre immagini che seguono provengono da un numero di Motociclismo proveniente dalla mia libreria:
Ma torniamo ai giorni nostri……
Domenica sera mentre cercavo alcune cose mi sono seduto davanti alla libreria piccola e bianca, la stessa che funge anche da mobile per la TV.
Nel tirar fuori una manciata di riviste mi è capitato fra le mani un “Motociclismo” del dicembre del 1989 con in copertina la Yamaha Morpho, la foto della rivista è qui presente.
Presentata al Salone di Tokio dello stesso anno, dopo che la casa nipponica aveva affidato alla GK Dynamics il compito di realizzarla.
Le prime cose ad avermi subito colpito sono due, quella forcella anteriore e il bel blu pastello che copriva tutta la carrozzeria della moto.
Yamaha Morpho una breve scheda tecnica:
un quattro cilindri da 1000 cc a quattro tempi
con una potenza massima di 110 cavalli
doppi alberi a camme in testa.
l’alimentazione prevedeva dei carburatori quadrupli
la sospensione anteriore a braccio oscillante
telai in fusione d’allumino
anche le ruote in fusione d’alluminio
freni a disco ventilati
un peso complessivo di sole 700 libbre.
La velocità massima non era elevatissima, intorno ai 190 km/h quando altre moto la superavano agevolmente, ma questa era ancora una concept non venne pensata solo per la velocità.
Quel vecchio cliente mi è tornato in mente perché oggi (domenica) ero a Poggio Rusco.
Ero lì per il mercatino del libro antico e vintage, e pensando di averlo riconosciuto accennavo un saluto non ricambiato, mi sarò sbagliato.
Ti suggerisco alcuni dei miei link su delle moto:
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