Countach Bonus QVX.
Era da troppo tempo che non scrivevo qualcosa sulla Lamborghini, e dopo aver dibattuto a lungo con un altro appassionato sulla “parte sportiva”, mi son detto ma perché non scrivere qualcosa su questa speciale versione di una Countach.
Countach Bonus QVX, da un’idea di David Joliffe.
L’importatore britannico della casa del Toro (1985), era lui che voleva una Countach nel Gruppo B e non riuscendovi declinò per il Gruppo C, prese solo il motore visti i problemi di omologazione, montandolo su un telaio della Spice Engineering e solo dopo averlo ulteriormente potenziato.
Countach Bonus QVX, con un 5,7 litri V12 a carburatori.
Modificato da un gruppo di ingegneri che lo conoscevano, fra questi Luigi Marmiroli (anche ex Autodelta), lo stesso che attinse dalle esperienze fatte sui motori (sempre Lamborghini) che dotavano alcuni fra i motoscafi più belli e veloci del mondo.
Montarono un cambio a cinque rapporti della Hewland VG-C, e la vettura una volta finita raggiunse un peso complessivo di soli 900 chilogrammi, fatta l’auto serviva un team con una certa esperienza, e visti gli altissimi costi degli sponsor che finanziassero il tutto.
Trovarono un solo sponsor, la Unipart.
Azienda specializzata nella distribuzione di auto-ricambi per il Regno Unito, i piloti, Tiff Needell che ricordiamo per poi essere diventato il presentatore di Fifth Gear e l’italiano Mauro Baldi ex F1.
Ok c’era tutto o quasi, a mancare erano gli (al plurale) sponsor, visto le difficoltà nel far fronte a spese così ingenti, tanto dal portare il progetto alla sua fine quasi sul nascere.
Con i pochi denari disponibili scelsero di correre solo nelle gare più importanti.
Optando per la 24 Ore di Le Mans come prima gara sulla quale concentrarsi, nonostante l’impegno ed i denari profusi non riuscirono però a raggiungere quel loro primo obbiettivo, finendo con il non parteciparvi.
Countach Bonus QVX, decisero quindi di far competere l’auto in gare “minori”.
Le stesse in cui gli altri grandi marchi sembravano non parteciparvi, ed eccoli andare in Sudafrica per la Kyalami 500, dove trovarono (a sorpresa) delle rivali di tutto rispetto, le Porsche 956 e 962 ed un paio di altre auto molto competitive, la gara andò piuttosto bene, con un quinto posto dopo le due manche e visto anche il ritiro di alcuni agguerriti concorrenti.
L’ottimo risultato ottenuto nella prima ed unica gara li invogliò ad insistere, nel 1987 con l’iscrizione alla 24 Ore di Le Mans (era un loro pallino), ma anche stavolta non riuscirono a far correre la loro auto, i problemi economici si erano oramai fatti insormontabili.
Da appassionato e “tifoso” credo si fosse persa un’ennesima occasione.
Per dimostrare che le Lamborghini potessero dire la loro sui circuiti, anche quando c’era “””solo”””” il propulsore con il simbolo del toro, fra i valenti ingegneri c’era sempre e comunque un italiano ed esperto della casa……
Come altrettanto sono convintissimo che potesse essere un’ottima base per altre vetture da circuito.
A succederle fu la Diablo GT1 che ………….
Countach Bonus QVX, sinceramente….
Il motore era un promettente 5,7 litri che riusciva a sviluppare quasi 700 cv, e guardando i dati delle concorrenti ho subito notato che era assolutamente fra i più potenti, quello che avrebbe potuto dire la sua contro le Jaguar che vinsero il campionato.