Ghia Corrida.
Costruita utilizzando come base una Ford Fiesta 1100.
Il motore non era „definitivo“, nel caso fosse stata prodotta avrebbero optato per una motorizzazione più potente visto il tipo di auto che poteva essere, particolarissime le due portiere, apribili ad ala di gabbiano e per ridurne il più possibile gli ingombri con una struttura articolata in due parti.
Ghia Corrida, internamente.
Solo due i posti, e con un vano bagagli piuttosto ridotto ed accessibile grazie ad una porta incernierata sul posteriore nella parte inferiore.
Piuttosto buona la visibilità anteriore e laterale come credo si possa già intuire dalle foto, non altrettanto quella posteriore, i fari anteriori a scomparsa con la palpebra che scendeva elettricamente liberando il proiettore che credo conferissero all’auto un’aria da sportiva di un certo livello.
Ghia Corrida, presentata al Salone di Torino nel 1976.
Il designer Ghia Filippo Sapino, pensata in un periodo in cui il mercato offriva coupè interessanti e alto vendenti, fra queste non erano poche le provenienti dal nostro paese, Fiat 850 Coupé e 128 Sport per citarne le più famose e diffuse fra le pari dimensioni e considerando il presumibile prezzo di listino.
Carrozzeria e ruote in alluminio per ridurre i pesi, la colorazione un bel arancione con al centro una grande striscia nera.
Concludendo sulla Ghia Corrida.
Non conosciutissima, un vero peccato considerandola personalmente una più che degna rappresentante fra quelle proposte dalla Carrozzeria Ghia, specie in quel periodo in cui sia il mercato che i car designer stessero proponendo un buon numero e specifico tipo di auto.
L’unica cosa a non entusiasmarmi è quella grossa striscia nera centrale.
La trovo troppo „americaneggiante“ e decisamente non elegante, sin quasi tamarra, su un’auto sviluppata bene e con quelle soluzioni per le portiere e il vano bagagli stona troppo.
Concept anni 70.