PF Sigma.
Si 😉 😉 avrei potuto scegliere un’auto esteticamente più „appariscente“.
Si avrei avuti molti più followers e mi piace mettendone magari un’altra, ma nelle auto cerco anche solo un “”certo”” particolare, qualcosa che riesca a farmi venire la voglia di provare ad approfondire per poi farmi mettere davanti alla mia tastiera del portatile ed iniziare a scrivere.
PF Sigma, a disegnarla fu la Carrozzeria Pininfarina.
Un’auto pensata e sviluppata considerando come unico filone creativo la sicurezza, qualsiasi cosa che potesse soddisfare quella esigenza che allora iniziava ad essere considerata sempre più importante nel panorama stilistico e motoristico.
Eravamo in una fase in cui il produrre auto più sicure iniziò ad essere richiesto e necessario, con la Carrozzeria Pininfarina fra le primissime ad esserne una convinta sostenitrice, fermamente convinta che un bisogno di maggior tutela nei primissimi anni successivi potesse influenzare molto di più le scelte sia loro che delle case costruttrici, molte delle quali erano sia loro fornitori che clienti.
Alcuni dei punti che andrò ad elencare in quegli anni erano (sicuramente) lontanissimi dall’essere una consuetudine come lo sono oggi, furono inizialmente “solo” delle intuizioni.
La PF Sigma nel 1963 e…
Una struttura a resistenza differenziata.
L’abitacolo maggiormente protetto dall’intrusione di parti meccaniche.
Scatola guida arretrata, il piantone delle sterzo era collegato con il volante tramite un elemento deformabile in caso di urto.
La prima cosa a colpirmi subito guardandone le foto, le sue portiere a scorrimento laterale.
Tolte quasi tutte le asperità superficiali, cosa fatta soprattutto considerando un urto con pedoni.
Il cruscotto a resistenza differenziata e con alcune parti „incorniciate“ da delle imbottiture, per renderli il meno pericolosi possibili in caso di forte urto.
In una delle foto il volante con quella sua vistosa parte imbottita.
Vetrature anteriori e posteriori eiettabili.
Tergicristalli a scomparsa.
Poggiatesta specifici, montati su sedili anatomici creati appositamente per questo esemplare.
Tutti i passeggeri potevano utilizzare le cinture di sicurezza, quando prima venivano montate di serie quasi esclusivamente per i due davanti.
Concludendo sulla PF Sigma.
Esteticamente nulla di trascendentale se non fosse per le sue portiere, questo almeno è quanto potrebbe pensare chi la „guarda asetticamente da fuori“, con alcune parti chiaramente e subito attribuibili alla matita di Pininfarina, sia la parte posteriore che la fanaleria li riterrei io inconfondibili.
Entrando nel suo abitacolo.
Avremmo subito notati quei sedili, che magari a molti avrebbero ricordato una di quelle comode poltrone da salotto, ergonomici e con dei poggiatesta generosi e „specifici“, il volante con una cornice in legno e piccoli inserti in metallo, al centro dotato di un „cuscino“ incavo.
Bella o brutta, che ti sia piaciuta o meno, questa lasciami sottolineare nuovamente che fu un’auto pensata in un preciso momento, dalla Carrozzeria che fra le prime si dichiarò convinta sostenitrice della sicurezza attiva e passiva, nel 1963.
LA SICUREZZA.