SEAC.
Tutto il materiale ivi presente arriva dalla mia biblioteca personale salvo alcuni LINK.
Società Esercizio Auto Costruzioni – Via Poirino n° 17 – Carmagnola (TORINO).
Era una consociata delle Spett. Officine Viberti con una nuova formazione assunta nel 1958 dalla „Officina Casaro“ e proseguendone l’attività.
Fondata qualche anno prima da Mario Casaro Che iniziò la sua attività costruendo prevalentemente vetture da turismo-
Crescendo negli anni e passando da attività prettamente artigianale a semindustriale, impiegando macchinari ben più moderni e dalle diverse dimensioni rispetto a quanto facessero poco prima.
Pur vero che anche lui intuì con un certo anticipo i come e quanto i mezzi per il trasporto di persone stessero diventando sempre più importanti, con richieste continuamente crescenti.
Gli autobus, con i suoi che rispetto ad altri erano più moderni ed equipaggiati con tutto quello che il mercato poteva offrirgli.
Curando molto la sicurezza sia attiva che passiva con ripetuti aggiornamenti, introdusse:
- Il telecomando pneumatico delle porte.
- I vetri curvi sulle fiancate e sul tetto.
Rifacendosi ad esperienze viste durante un qualche suo spostamento fuori confine, fatto espressamente per valutare nuove idee da trasferire sulla produzione.
SEAC 1948.
„Copiando“ gli americani volle portare il motore sul posteriore, anticipando di parecchi anni quasi tutti gli altri costruttori che lo seguirono non pochi anni dopo e soprattutto per i mezzi di ridotta cilindrata.
Erano anni in cui le carrozzerie portanti stavano cambiando e parecchio, va assolutamente ricordata quella sviluppata da Vincenzo Lancia per la sua Lambda e modelli successivi, che diede un certo contributo per quei costruttori che chiedevano una „struttura di base“ sulla quale poter montare organi meccanici di vario tipo.
SEAC nel 1935 e il progetto di Gar Wood.
In quell’anno veniva stipulato un accordo con la Autocoach di Chicago per poter utilizzare il brevetto del geniale Wood, quello di una cassa portante a traliccio di tubi in acciaio che „seguiva“ la stessa tecnica impiegata in campo aeronautico, così avviarono una produzione ben suddivisa su due diverse tipologie di veicoli, più per le loro strutture portanti che non la carrozzeria, la normale e la Tubocar.
Con la seconda che mise in forte luce la SEAC.
Visti gli apprezzamenti e riconoscimenti ricevuti dalle principali fabbriche di automobili, poco sotto un LINK che lo conferma.
Quando il Comm. Casaro era ancora a capo della sua azienda decise che dovessero fare un largo uso della fibra di vetro impregnata con resine poliestere, riducendo sensibilmente i pesi e mantenendo una certa solidità, peraltro a tutto vantaggio della portata dei suoi veicoli.
Con quanto hai letto ho voluto ricordare un’altra azienda italiana.
Che molto probabilmente non è così ricordata, volendo sempre sottolineare le capacità ed esperienze profuse, ed in questo caso con un LINK che credo confermi ulteriormente questa mia convinzione.
Ti ringrazio ed alla prossima.
Comments 2
8 Gen 2024 at 18:06
Grazie per quanto avete scritto sul carrozziere Casaro. Conosco l'evoluzione del 306 sin dai primi modelli forniti alla SAIS di Enna. Ricordo l'eleganza e il colore azzurro chiaro del 306 del 1962, su cui ho viaggiato da bambino.
9 Gen 2024 at 13:30
Buon pomeriggio, La ringrazio lieto del suo commento.