Si correva.
Tutto il materiale ivi presente arriva dalla mia biblioteca personale, senza foto o che altro provenienti dalla rete se non i necessari LINK, Ti ringrazio.
Si correva, oggi desidero proporTi una carrellata di fotografie.
Quelle di alcune auto impiegate su un circuito in anni non recentissimi e che io ricordo per una buona serie di motivi, con dei piloti che sono rimasti nella memoria di molti di noi, avrei voluto metterne tanti altri non volendo far torto a nessuno, ma magari lo farò una prossima volta.
Spero possano piacerTi come fanno da tempo a me.
Senza assolutamente volermi dimenticare di quei piloti (prima parte le altre poco sotto ed a seguire).
Gli stessi che in quegli anni guidavano delle auto che ad oggi ci possono (sicuramente) sembrare totalmente prive di un qualsiasi sistema di sicurezza e difficili da guidare, quegli uomini, quei piloti, le guidavano e facendolo con una certa dose in coraggio e temerarietà.
Parte due, quei piloti e le loro auto.
Nel 1935 in aprile, un’Alfa Romeo straordinaria.
La Bimotore, l’auto che condotta dal mitico Tazio Nuvolari raggiunse la sbalorditiva velocità massima di 338 km/h, dotata di due otto cilindri uno sull’anteriore e l’altro a tergo, con una cilindrata totale di 6.330 Cc, la potenza di 540 cavalli, ed un peso totale di 1030 chilogrammi (nella foto qui sotto).
Le auto tedesche furono pressochè invincibili per un certo lasso di tempo.
Due i marchi, la Mercedes e la Auto Union (oggi Audi).
Si correva, ed eccoci arrivati agli anni ’40.
Da un’idea di Pietro Dusio che pensò a questa bellissima ed altrettanto “semplice” Cisitalia del 1946, fu un’auto molto importante per quei piloti professionisti ed amatoriali che vollero ricominciare a correre il prima possibile e cercando di ridurre al minimo i costi, vistane anche una certa affidabilità.
Si correva, Lancia Formula 1 del 1955 progettata da Vittorio Jano.
Con un motore otto cilindri a V, 2.500 Cc, 264 i cavalli a 8.500 giri minuto, con Alberto Ascari vinse quell’anno i GP di Torino, Napoli, con una lunga serie di vittorie possibili se non fosse che il grande pilota come noto perì in un incidente, la vettura con i due serbatoi laterali venne così ceduta alla Ferrari.
La gara più bella del mondo.
La nostra Mille Miglia che venne repentinamente interrotta dopo il susseguirsi di troppi incidenti con alcuni che videro perire dei piloti.
Quei piloti, stavano cambiando le auto.
Le Formule cominciarono ad interessare molti marchi.
Quelle gare seguite da così tante persone sui circuiti o davanti a delle televisioni, arrivarono anche la Honda e la BMW che vedremo poco sotto.
Una Formula 1 Honda del 1964, quell’auto che lanciò la casa giapponese nel mondo della F1 e qui con alla guida Richie Ginther durante il GP d’Italia del 1965 (foto sotto).
Erano anni in cui fra i piloti un buon numero arrivava dal Regno Unito.
Lorenzo Bandini.
(Barca, 21 dicembre 1935 – Monte Carlo, 10 maggio 1967), un autentico vero talento, peccato che quel GP di Monaco del 1967 ce lo abbia portato via così presto, da quanto ho letto sino ad oggi era un pilota molto amato e seguito, con molti dei tifosi che in lui videro una concreta speranza per il motorismo „nostrano“.
Nelle competizioni per vetture Sport arrivò una meteora.
La Ford GT 40, questa versione in bianco era guidata dalla coppia Schlesser-Ligier alla Mille Chilometri del 1967 – il motore un otto cilindri a V di 5023 Cc ed una potenza di 400 cavalli a 6.000 giri minuto, peso 1100 chilogrammi, arrivarono primi assoluti nella classe oltre 2.000 Sport.
La Scuderia Ferrari, Continuava a far correre le sue auto in diverse categorie, con le vetture da Formula Uno e categoria Sport su tutte.
Con due equipaggi composti da Bandini-Amon e Parkes-Scarfiotti questa Ferrari P 4 1967 ottenne lusinghieri risultati, su tutti quelli alla 24 Ore di Daytona e 1000 chilometri di Monza, con un motore 12 cilindri a V 4000 Cc, 440 i cavalli a 8.000 giri minuto, nuove testate a tre valvole per cilindro (rispetto alla P 3) derivate dalle esperienze nella Formula Uno, nuovo cambio a cinque velocità.
Qui nella foto la Sua versione coupè con alla guida Parkers nella gara di Daytona, posizionatosi secondo dietro alla versione “spider” guidata da Bandini ed Amon.
Si correva, ed eccoci alla fine e credo non potevo concludere meglio.
L’auto qui sotto è una Alfa Romeo 33-3, esordì alla 24 Ore di Sebring del 1969 ma non con gli esiti sperati, gli stessi furono raggiunti solo dopo che venne messa a punto e con Andrea De Adamich la otto cilindri a V di 3.000 Cc vinse l’inaugurale GP di Zeltweg.