Controllo strade italiane.
Tutto quanto qui presente arriva dalla mia biblioteca privata, salvo uno o più link necessari come al solito per “editare” quanto andrai a leggere, solo una domanda ne avevi mai sentito parlare ??????
Controllo strade italiane, nei primi anni ’70.
Anni in cui il numero di strade continuava a crescere in percorrenze e tipologie, un periodo in cui capitava spesso che molti fra gli enti proprietari o gestori non le organizzassero sempre come ci si poteva aspettare, spesso facendolo per proprio conto e o con decisioni “diverse” rispetto a quelle prese da altri per un tratto vicino, capitava spesso ad esempio che su una certa strada vi fossero limiti diversi, capaci spesso di causare inutili rallentamenti e successive file.
Escludendo quelle comunali in Italia fra strade ed autostrade il numero era di 134.000 chilometri (primissimi anni ’70).
Percorribili fra uno o più lavori in corso.
Un qualche cartello non sempre diritto o un incrocio mal segnalato.
Con un numero di utenti sempre crescente e conseguentemente con la possibilità che qualcuno potesse lamentarsi per un disservizio, finendo spesso con l’avere inutili e lunghe cause civili.
Per provare a migliorare il servizio ed aiutare gli automobilisti (eravamo nei primissimi anni ’70) l’Ispettorato Generale della Circolazione e traffico del Ministero dei Lavori Pubblici volle mettere 100 di queste auto sulle strade, avvalendosi dei Geometri ed Ingegneri dei cento Uffici Provinciali del Genio Civile Italiano perché percorressero le strade delle province di loro competenza.
Controllo strade italiane, cento le automobili per le strade nazionali provinciali e le autostrade.
- Per individuare quelli che alcuni definirono i “punti neri” e ridurli il più possibile.
- La segnaletica insufficiente.
- Un lavoro in corso mal segnalato o li da troppo tempo e mai dismesso.
- Cartelli stradali troppo numerosi o al contrario scarsi.
- Quelli datati o oramai così rovinati dal non servire più.
- Dei limiti di velocità insensati, che magari finivano con il provocare caos e inutili rallentamenti.
- Incroci mal segnalati o pericolosi.
- Strisce pedonali scolorite o addirittura non presenti.
- Semafori da mettere e o togliere in certe strade, o che fossero considerabili “contraddittori” (sistemati male o non ben sincronizzati).
- Eccecce visto che l’elenco può sicuramente allungarsi con altre voci e visti quegli anni e situazione credo siano facili da intuire.
Per uniformare la rete stradale del paese.
- Ed evitare magari che certe zone fossero servite meglio di altre.
- Impiegando strumenti specifici che servirono anche per stabilire nuovi limiti di velocità (per aumentarli o diminuirli).
- Nel paese erano troppi gli enti gestori (comprese le province) e spesso ognuno di loro sembrava seguire una propria strada con una certa difformità nelle soluzioni adottate.
Con questa operazione si voleva uniformare il più possibile la percorribilità, visto il continuo crescere nel numero le strade asfaltate e il numero di fruitori, come abbiamo visto in un altro LINK proposto sempre qui e riguardante gli anni ’60 esattamente quando il numero di auto iniziò a crescere molto più velocemente rispetto ai decenni precedenti.
Presso il Ministero dei Lavori Pubblici si stavano accumulando pile e pile di ricorsi.
- Presentati da automobilisti contro decisioni ritenute molto spesso troppo arbitrarie.
- Con cause che rischiavano di protrarsi per lungo tempo e con un conseguente inutile dispendio di tempo e denari per tutti.
- I chilometri percorribili crescevano esponenzialmente e di conseguenza si fece impellente la necessità di ridurre il più possibile il numero dei problemi avuti o che si potevano avere.
Ritengo ovvio poi considerare il fatto che un automobilista pagando sia la tassa di circolazione che le tariffe autostradali desiderasse avere meno questioni possibili, specie dove e quando si stesse implementando un nuovo tratto di strada asfaltato.
Ma perché proprio delle Fiat 124 Familiari?? E provando a fare solo delle ipotesi.
Provo ad intuire i motivi che le fecero preferire ad altre, partendo da quello che ricordo come una sorta di accordo fra la casa torinese e lo stato italiano che vedeva molte fra le auto ministeriali o per le F.O. prodotte dalla Fiat, penso di poterla definire senza alcun dubbio un’auto pratica e con un prezzo di listino competitivo, magari considerandone un baule capiente per quella categoria di auto e l’utilizzo previsto.
Controllo strade italiane e quelle Fiat 124 familiari col lampeggiante.
Nel loro abitacolo (a destra del guidatore) c’era il TRAFFIPAX, un apparecchio dotato di una potente e veloce macchina fotografica azionabile tramite un pulsante, utilizzabile sulle strade anche di notte grazie al suo potente flash, capace di fotografare la targa di un’auto che procedeva a fari spenti o con gli abbaglianti inseriti.
Fra le dotazioni di serie per queste auto “ministeriali” altri due strumenti, il TRAFFICORDER e un CONTAVEICOLI, entrambe alloggiati nell’ampio bagagliaio delle familiari FIAT e visibili nella foto qui sotto.
Controllo strade italiane e il trafficorder, strumento che serviva:
- Per misurare le velocità dei veicoli transitanti presi uno per uno.
- Registrare lo stato della segnaletica su una strada, il suo essere sufficiente o “troppo datata” e nel caso segnalarne le anomalie a chi la gestiva.
- Fotografare un sorpasso azzardato o una manovra pericolosa, seguiti da una o più contravvenzioni.
Controllo strade italiane e il Contaveicoli.
Per registrare il numero dei veicoli transitanti in una certa direzione e suddividendoli in gruppi a seconda delle loro velocità, chi era dentro l’abitacolo poteva sapere che un certo numero di auto aveva percorso quella strada ad una data velocità, 25 veicoli a 60 km/h o 29 a 110 km/h e così via.
Cento auto pensate per migliorare servizi e percorribilità attraverso dati e fonti, per provare ad uniformare il più possibile tutte le strade, a prescindere da chi le gestisse e per ridurre il più possibile il numero di paesi e piccoli nuclei prima rimasti isolati.
Raccolsero dati ed informazioni che poi giravano ai comuni ed enti gestori affinché provvedessero.
Perché ogni tratto di strada percorribile avesse gli stessi cartelli, più controllate e pulite possibili, suggerendo di installare semafori funzionanti e nei punti “giusti”, avere incroci sicuri e il meno “pericolosi” possibili.
Ovvio che sia per la stampa del periodo che (presumo) chi in quegli anni potessero dubitare, pensando che alla fine altro non fossero che ulteriori auto in dotazione alle Forze dell’Ordine per incamerare denari con le multe, si alcune furono prese da automobilisti indisciplinati ma se quello fosse stato l’unico scopo è ragionevole pensare che il loro numero potesse essere molto più alto.
Ci provarono diremmo, ci provarono.