AMS Autoracing.
La sede era a Sasso Marconi in provincia di Bologna.
Costruiva vetture sport e veniva fondata dall’Ingegner Tancredi Simonetti subito dopo aver lasciato la ATS (Automobili Turismo Sport) nel 1968, la prima sede a Casalecchio di Reno ma veniva spostata quasi subito a Sasso Marconi nel 1969.
- Iniziava con un prototipo la 1000 SP dotata di un telaio tubolare a traliccio.
- Seguita da cinque monoposto per la Formula 850.
- Nel 1969 anno debuttava nelle competizioni con la 1000 SP partecipando alla Bolzano Mendola con il secondo posto nella sua classe.
AMS Autoracing Atrezzature Meccaniche Speciali – Via Artigiano – Sasso Marconi (BO).
AMS Autoracing 1970.
Cambiarono i telai adottando quelli di tipo scatolato.
i motori opzionabili dei Cosworth e/o Alfa Romeo, furono discreti i risultati ottenuti nel Campionato Italiano Classe 1000 e 1300.
AMS Autoracing 1971.
Con Nesti e Buonapace conquistarono la Coppa C.S.A.I.
AMS Autoracing 1972.
- Con il pilota brasiliano Carlos Pace nella gara di Balcarce (la Temporada Argentina) giunsero secondi assoluti.
- Nello stesso anno debuttava la 2000 Sport dotata di un motore Vega e cambio Hewland FG400.
AMS Autoracing 1976.
Quei successi ottenuti come piccola (issima??) casa costruttrice convinsero l’ingegnere a continuare con la progettazione di una nuova auto:
- Una biposto in grado di poter montare un’ampia gamma di motori da dei 1300 ed arrivando ai 2000 cmc.
- Nuovo il telaio.
- Montata una carrozzeria “a cuneo” con sul posteriore un generoso spoiler, diventava subito “famosa” per quel suo “periscopio” che alimentava il motore coperto dal cofano anteriore.
Era la Tipo 277, l’auto più importante per la AMS Autoracing con quei 15 punti ottenuti nel Mondiale Sport.
AMS Autoracing e l’esperienza da motorista.
Simonetti coinvolse Minghetti nello sviluppo e realizzazione di un nuovo motore, quattro i cilindri bialbero in testa, 16 valvole con distribuzione a cinghia ed iniezione meccanica, ma rimase un esperimento visto che eravamo in un periodo non esattamente florido che costrinse la piccola azienda Bolognere a ridurre i costi, lo fece anche con il numero delle gare rinunciando a quelle internazionali scegliendo di partecipare esclusivamente a quelle nazionali, continuando ad offrire la massima assistenza possibile solo ai già clienti.
Alla fine del decennio ’70 (nel 1979) l’Ingegnere ed i suoi collaboratori decisero di abbandonare il mondo delle competizioni automobilistiche, dedicandosi ad altro in settori diversi e per loro più remunerativi, peccato.