Bertone e la Panther.
Siamo a Ginevra.
In occasione della 38° edizione del Salone dell’auto, con il nostro Carrozziere esservi presente con uno stand piuttosto ricco, con un numero di auto degno di un qualsiasi buon produttore diretto, chi ci arrivava avrebbe viste:
- Lamborghini Miura in versione spider, già vista al Salone di Bruxelles.
- Fiat Dino Coupè, con l’adozione dell’accensione elettronica di serie.
- 850 Racer, in versione coupè che era disponibile anche come convertibile.
- Due le vere novità, la Lamborghini Espada quattro posti (prevista ad un prezzo di listino di LIRE 7.700.000.), insieme alla protagonista di oggi la Panther.
Pensata per il Gruppo 6, con sempre più team e tifosi ad interessarsene, sei gli esemplari previsti dalla Carrozzeria Bertone.
Bertone e la Panther, dopo studi e miglioramenti l’auto veniva definitivamente ultimata.
In una galleria del vento, scelta “necessaria” per una vettura pensata per le competizioni, a confermarlo; se servisse; potrebbero essere quelle ruote in lega leggera dove si potevano montare degli pneumatici tubeless.
- Dei Michelin 35X15 appositamente preparati sull’esemplare esposto.
- I motori previsti dei BRM tre litri V12, con l’intento di iniziarne i primi test in pista 4 o 5 settimane dopo la chiusura del Salone.
- il secondo esemplare in fase di ultimazione nello stabilimento Bertone di Grugliasco e si prevedeva l’essere seguito da un terzo o più.
Bertone e la Panther, di tipo monoscocca il suo telaio.
Costituito da due grandi travi a sezione rettangolare e tre ordinate, realizzate in honey comb e “incollate” sotto pressione utilizzando resine a caldo di origine aeronautica, da notare il tipo di fondo ed intuirne dalla foto il grado di rigidità.
In lega di titanio le ordinate, così come tutti i punti di forza e gli attacchi delle sospensioni, con un passo che si poteva modificare variando i telaietti, sfruttando sull’anteriore un elemento facilmente smontabile e sostituibile, sullo stesso erano montate le sospensioni che potevano essere cambiate scegliendone una diversa altezza da terra e “durezza”.
Sempre sull’anteriore, questa volta nel rivestimento della carrozzeria, era presente un elemento mobile comandato idraulicamente, serviva per parzializzare la presa d’aria del radiatore e poter; nel caso; aumentare la deportanza alle alte velocità.
Bertone e la Panther, colpisce subito.
Probabilmente è la prima cosa che si guarda o si ricorda di questo bellissimo prototipo, quel “generoso” alettone montato in corrispondenza del baricentro dell’auto, non “fisso” con una inclinazione modificabile tramite un comando idraulico.
Un compensatore idraulico montato sulle sospensioni, per compensare gli importanti carichi aerodinamici e evitare possibili “schiacciamenti”.
Nelle travi laterali erano alloggiati i due serbatoi, di tipo avio con al loro interno delle spugne sintetiche per evitare lo sciabordio del liquido incendiario.
Nella parte posteriore della trave destra il serbatoio dell’olio, rivestito in resine epossidiche.
Tre gli elementi principali della carrozzeria.
In lega leggera quello centrale unito ad un roll bar in acciaio, con il frontale, la coda e le portiere essere in fibra di vetro.
Bertone e la Panther, gli interni.
La strumentazione realizzata dalla Smith.