De Tomaso.
Modena autunno del 1959.
La fondava Alessandro De Tomaso che iniziava con il produrre (quasi esclusivamente) auto da competizione artigianalmente, sino al 1965 quando iniziava a produrre auto sportive in piccola serie, nel 1970 arrivava la Pantera GT sportiva e veloce che lo rese più visibile con gli appassionati di un certo tipo di vetture.
Assorbiva le Carrozzerie Ghia e la Vignale.
Per poi essere totalmente acquisita dalla Ford Motor Company alla fine del 1972 (le Pantera continuarono ad essere prodotte direttamente dalla Ford a Torino e distribuite con il marchio De Tomaso), rimase un’azienda piccola senza mai raggiungere le dimensioni di un’industria, furono diverse le auto pensate e progettate ma con la loro maggior parte non aver avuto un seguito.
Quando lasciò il settore automobilistico si dedicò esclusivamente all’industria motociclistica.
Nel 1971 assunse il controllo della Moto Benelli di Pesaro ed alla fine del 1972 diventava presidente della SEIMM Moto Guzzi di Mandello del Lario.
Fu presidente di un’industria per nautica e tempo libero la Callegari e Ghigi, di marchi come Maserati e Innocenti.
Nasceva a Buenos Aires il 10 luglio 1928, suo padre Antonio De Tomaso era un importante uomo politico che moriva nel 1933 quando Alessandro aveva soli cinque anni, rimase con la madre Maria Ester Ceballos che apparteneva ad una delle dieci famiglie che amministravano l’agricoltura argentina, fino ai 14 anni studiò, per poi iniziare a lavorare in una delle fattorie della nonna materna ed in seguito presso il “Clarin” di Buenos Aires giornale specializzato in economia politica per poi decidere di cambiare radicalmente.
Partiva come costruttore sportivo con due periodi di presenza nel mondo della Formula 1, sposato con la statunitense Isabella Haskell (anche lei pilota ed appassionata) arrivavano insieme (metà anni ’50) a Modena, Alessandro corse prima con delle Maserati per poi dal ’57 al ’59 con delle OSCA ed anche con la scuderia Centro Sud di Mimmo Dei.
Alla 24 Ore di Le Mans del 1958 va ricordata una sua affermazione nella classifica all’indice di prestazione, ottenne altre vittorie di categoria nella 12 Ore di Sebring e 1.000 chilometri di Buenos Aires, ottobre 1959 decise di diventare un pilota-costruttore.
De Tomaso 1959.
Anno in cui si vide la prima auto costruita, una Formula 2 1500 cmc con un telaio di origine Cooper opportunamente adattato e modificato, il motore un Osca Bialbero 4 cilindri 135 cavalli.
Da pilota Alessandro De Tomaso aveva in precedenza realizzato; con dei tecnici modenesi; una piccola Sport con propulsore OSCA da 750 cmc montato sul posteriore.
1960.
Con una monoposto per la Formula Junior, telaio a traliccio e motore Fiat 1100 modificato da Branca.
1961.
Un’altra Formula Junior, con motore Fiat elaborato dalla OSCA.
De Tomaso 1962.
- Formula 1 con motore 1500 cmc Alfa Romeo elaborato da Virgino Conrero, telaio a traliccio, due le vetture che partecipavano al Gran premio d’Itala a Monza il 10 settembre 1961, affidate a Nino Vaccarella e Roberto Businello con una terza con motore OSCA con alla guida Lippi, tutte le tre vetture si ritirarono per problemi meccanici.
- Sport con motore 1100 cmc OSCA e telaio tubolare.
- Seconda Sport ed ancora con motore OSCA da due litri e la carrozzeria disegnata da Fantuzzi.
- L’ otto cilindri progettato dall’Ingegner Massimino a cilindri contrapposti e destinato alla Formula 1.
- De Tomaso allestiva un nuovo telaio seguendo le nuove direttive imposte dal regolamento della Formula 1, per poi iscrivere la vettura definita al GP di Monza guidata da Bussinello che purtroppo riuscì a completare le sole prove, per problemi al motore la potenza in pista fu insufficiente.
- Alla fine dell’anno presentò una monoposto per la Formula Junior dalle dimensioni ridottissime, con un telaio scatolato, motore Ford Holbay 1000 cmc, il cambio a cinque marce fu realizzato dalla stessa De Tomaso.
1963.
- Ritentò con la Formula 1 montando un motore Ferrari V6 su un suo telaio ma con esito negativo.
- Arrivava un nuovo motore da 1000 cmc quattro cilindri contrapposti per la Formula 2, 105 i cavalli sviluppati.
- Novembre al Salone di Torino con una splendida (con motore posteriore centrale) spider la Vallelunga, con telaio a monoscocca a trave centrale anteriormente, dietro con il motore ed il cambio avere funzione portante, Ford 1500 cmc quattro cilindri (lo stesso che dotava la berlina Corsair) con una potenza incrementata a 105 ed aumentabile su richiesta a 135 cavalli.
- Seguiva una sport con telaio a trave centrale con anche funzione di serbatoio, il motore derivato dal F1 otto cilindri contrapposti la cilindrata portata a 2 litri, 208 i cavalli a 8.400 giri/minuto.
- Vinceva il Trofeo della Montagna con il pilota Mario Casoni alla guida di una Formula Junior De Tomaso.
1964.
Presentava al Salone dell’Auto Sportiva di Modena una sport dotata di motore Chevrolet 4637 cmc, convintosi che da quella auto potesse seguire un nuovo accordo con la GM ma rimanendone deluso.
Febbraio 1965.
- Sempre a Modena con una nuova sport sette litri la 70 P, auto frutto della collaborazione con Carrol Shelby.
- Nello stesso salone espose un telaio monoscocca per la Formula 3.
1966.
Al Salone dell’Auto di Torino con un telaio a trave centrale, motore Ford 4778 cmc.
1967.
- Sempre a Torino ma al Salone dell’Auto Sportiva presentava una sport biposto con carrozzeria realizzata da Fantuzzi.
- Salone dell’Auto di Ginevra una sport da 2 litri carrozzata dalla Ghia.
- Novembre al Salone dell’Auto di Torino con la spider (derivata dalla Vallelunga) Pampero e la Mangusta con motore Ford 8V 5,0 litri, nello stand visibile anche l’auto elettrica Rowan.
1968.
- Apriva alla periferia di Modena un nuovo stabilimento.
- Presentava a Torino la Mangusta definitiva con motore Ford 8 V 4720 cmc, 305 i cavalli e 250 chilometri orari la velocità massima.
1969.
Una nuova Formula 2 con telaio tubolare, il motore con basamento Ford e la testata progettata dall’Ingegner Dallara, la monoposto veniva testata da Williams all’Autodromo di Modena.
1970.
- La Ford Motor Company entrava nel gruppo industriale De Tomaso , nasceva la De Tomaso Incorpored società sussidiaria della Ford pensata per controllare la De Tomaso Automobili di Modena e la Carrozzeria Ghia, Alessandro ne assunse la presidenza sino al 1972 quando la FORD rilevava la quasi totalità delle azioni.
- La Pantera (l’evoluzione della Mangusta e mantenendone le stesse impostazioni) con il potente 8 V Ford 5750 cmc, 330 cavalli, due i posti, 260 chilometri orari.
Con Dallara progettava una Formula 1 3000 cmc.
- motore Ford Cosworth 8 V, telaio in alluminio monoscocca, l’auto fu affidata per la conduzione sportiva alla scuderia di Frank Wlliams e condotta dal suo giovane pilota Piers Courage, in Sudafrica nella prima gara delle stagione il giovane e talentuoso pilota si ritira al 59° giro dopo aver rotta una sospensione, a Monaco partiva a metà schieramento per poi ritirarsi per la rottura della cremagliera dello sterzo, in Belgio altro ritiro per calo della pressione dell’olio, ma il dramma arrivava nella gara successiva in Belgio dove Courage al 23° giro usciva di strada urtando un terrapieno con l’auto incendiarsi e il giovane pilota morire.
Il secondo pilota Schnken si ritirava in Belgio e nel successivo GP d’Italia non classificato e sempre ritiratosi, nei successivi GP del Canada e degli USA si chiuse definitivamente quel capitolo.
- La Deauville presentata a Torino, grossa berlina con quattro porte e lo stesso motore della Pantera ma con una trasmissione automatica, 18 quintali il peso e lunga 4,85 mt.
De Tomaso 1972.
- Presentava la Longchamp lussuosa 2+2 coupè carrozzata da Ghia, condivideva la meccanica della Deuville.
- Ginevra e la Pantera 290 (la versione più economica della versione precedente da 5700 cmc), montava un Ford 6V 2994 cmc lo stesso che aveva la Capri con potenza portata a 210 cavalli e 230 chilometri orari.
- Alla fine di quell’anno chiudeva i battenti con la Pantera continuare ad essere prodotta dalla Carrozzeria Vignale a Torino sotto il controllo della Ford.