La Ranch
Su questa, un improvviso ricordo mi ha spinto a scrivere questo nuovo post.
E’ una di quelle mattine molto simile ad altre
me ne stavo li un pelino ciondoloni, aspettando che moglie e figlio finissero di prepararsi, dovevamo andare al colorificio per cercare quei barattolini di colori, di varie tenite, per i modellini dei carriarmati, nuovo hobby del figliolo.
Sono li, in garage, vedo sulla scaffalatura una vecchia rivista che credevo di aver perduta, l’avevo cercata tempo fa, per un certo lasso di tempo, non trovandola.
Inizio a sfogliarla, e quando arrivo quasi alla fine della rivista mi viene subito in mente il perche’ l’avessi cercata, un bel articolo sulla Ranch e’ li che mi aspetta.
Li sento arrivare, appoggio quanto stavo leggendo su uno dei teli che coprono l’amata e parto.
Ci fermiamo a bere qualcosa, una cosa veloce, un caffe e un succo di frutta, a Castiglione delle Stiviere, in piazza, in un bar che mi piace molto, non frequentandone quasi mai.
Un vecchio ricordo
quello di una lontana vacanza dagli zii di Brescia, in un pomeriggio uggioso, uno di quelli tipicamente estivi, quando non sai se ti convenga uscire o startene a casa.
Ero con mio cugino Luigi, da un carrozziere, con una piccolissima rivendita di auto, eravamo li per vedere come procedessero i lavori sulla sua Renault 5 bianca, sistemata su un banco per le misurazioni.
In fondo allo stretto cortile intravvedo una auto, coperta da un telo, solo il fanale sinistro e’ visibile, insieme ad una minuscola porzione di cofano, dopo che un probabile colpo di vento doveva averla scoperta quel poco.
Chiedo al carrozziere se potevo andare a vederla, lui gentile mi precede, di pochi passi, e con un solo colpo la scopre….
Una ranch, in uno di quei marroncini, quel “solito” marroncino che ne “copriva” molte nei vari anni i cui fu venduta.
E’ li in vendita, sembra nuova
ci confida che quella Ranch aveva preso una lecca mostruosa (ne ricordo ancora le parole), era di una signora anziana che la acquisto’ per sostituire una vecchia auto oramai arrivata al capolinea.
Appena uscita dalla concessionaria, non dando una precedenza, si trovo’ praticamente sotto un grosso camion, con l’auto praticamente distrutta, e lei incolume, senza un graffio.
Gli porto’ li l’auto, dopo che lui ando’ a prenderla, viste le condizioni, e passati pochi giorni la signora si presento’ presso la carrozzeria per il preventivo.
Era salatissimo, l’anziana signora non era disposta a sborsare una simile cifra, arrivando ad accordarsi per la vendita allo stesso professionista.
Lui prese La Ranch, e con molta pazienza e non poco tempo la sistemo’, ammettendo di aver faticato a “raddrizzarla” perche’ era messa molto molto male.
Guardandola, lo ricordo nitidamente, non avrei mai pensato che fosse quasi distrutta, sembrava nuova, e sotto un certo punti di vista lo era.
Mi fece salire, nel frattempo si era schiarito il cielo, ed entrando, con quelle sue vetrate sembrava di essere in una specie di serra su ruote.
Era comodissima, con un baule immenso, dotato di grandi vetrature ovunque.
Mi piacque subito, tanto, così tanto, che invitai il cugino, anch’esso appassionatassimo di quel modello, a valutarne l’acquisto.
Se ne andarono per discutere il preventivo per la cinque
lasciandomi li, dentro l’auto, sicuri che sarei stato attento, probabilmente convinti dal fatto che, prima di entrare, mi fossi tolto le scarpe.
La Ranch, questa e’ sempre stata una di quelle auto che ricordo, mi piace farlo,
che mi piacque subito, all’istante, la prima la vidi nel parcheggio del famoso condominio, l’aveva un residente delle Rive Basse, era bianca, lui era un francese, veniva li sporadicamente, pochi giorni all’anno.
In molti la definiscono la precorritrice delle moderne SUV, non trovandomi del tutto d’accorso.
Senza offesa, ma ritengo che molti SUV
siano auto non del tutto pratiche, dei fuoristrada da vialetto di casa.
Spesso poco pratici e con costi elevati, non sempre giustificabili.
Della Ranch, a prescindere dalla sigla che avesse prima del nome
che fosse Talbot o Matra o Simca, ho sempre pensato che fosse una vettura, realmente, davvero, indiscutibilmente, pratica, con un baule generosissimo, interni comodi ed un aspetto così personale, da renderla unica.
Venne prodotta dal 1977 al 1985
in circa 55.000 esemplari, dotata di un motore a quattro cilindri, un 1442 cc da 80 CV.
Oggi La Ranch e’ difficile da trovare
ciò nonostante ha quotazioni basse, troppo basse, così basse che non lo scrivo nemmeno.
Vi invito, esorto, a verificare di persona, spero riusciate a trovarne una qui, in Italia.
Ciao grazie.
una delle dimenticate????
In sintesi:
due solo porte, comunque “grandi” che permettevano un facile accesso ai sedili posteriori.
L’apertura del vano posteriore
la si poteva fare in due modalità, lasciando la parte bassa fissa, alzando il solo portellone in vetro, o aprire completamente il vano abbassando e/o aprendo anche la parte inferiore, quella in metallo.
Prodotta per diversi anni
otto, in un numero di esemplari non proprio altissimo, per quella che; molto probabilmente; fu un’auto presentata troppo “in anticipo”, nonostante il mercato conoscesse gia’ alcune auto che della praticità ne facessero uno delle loro principali caratteristiche.
Ed i colori
i suoi pastello, in tinte che oggi parrebbero “strane”, quei marroncini, quei bronzo, i verdi, i………
La Ranch, era una mattina dei primissimi anni 90
era di un conoscente, il cugino di una cara amica, che; ancora una volta casualmente; me la mostro’ un giorno, quando andai a casa sua per una consulenza.
Facemmo un giro, pochissimi chilometri, era terrorizzato che potesse capitare qualcosa, era così agitato che fui io stesso a chiedergli di tornare, non potevo godermi un simile giro.
Con in fianco un ragazzotto con gli occhi spiritati, timoroso che chissa’ quale auto con alla giuda un orco potesse rompergli qualcosa…….. sicche’……..
Una auto bella, particolare, senza alcun dubbio, molto comoda, tanto capiente, ma mai del tutto capita.