Fiat 130 Maremma 1974.
Una familiare realizzata dalla Carrozzeria Pininfarina in soli tre esemplari e tutti color oro metallizzato ed interni tabacco.
La carrozzeria del prototipo di oggi ha lo stesso frontale della berlina di base ma…
Con un posteriore completamente differente.
Dotata di grandi finestrini laterali.
Ed ovviamente un ampio portellone posteriore con quel vetro dalle generose dimensioni.
Grazie ai sedili posteriori abbassabili si poteva usufruire di un vano bagagli davvero invidiabile, diventando così più pratica e sfruttabile da un potenziale cliente.
Gli interni color tabacco con vetri color bronzo azionabili elettricamente, un condizionatore d’aria ed una radio con mangianastri, un cambio automatico Borg-Warner a 3 marce, quest’ultimo pare non entusiasmasse Gianni Agnelli, facendogliela sembrare “lenta”.
Fiat 130 Maremma 1974, la meccanica era quella che montava di serie la vettura inizialmente proposta nel listino Fiat del 1971.
Il V6 da 3,2 litri e 165 cavalli della coupé che di listino costava 4.950.000 di Lire con cambio automatico e 4.750.000 di lire con quello manuale.
Fiat 130 Maremma 1974, una versione non solo familiare ma più lussuosa.
Un’auto proposta in un periodo preciso, la prima metà degli anni ‚70 quando il mercato delle shooting brake sembrò essere „sfruttabile“, vista anche „l‘onda“ proveniente dal Regno Unito che sembrava aver invogliato sia gli italiani che molti altri europei nell’avere una vettura familiare da usare tutti i giorni, quando crescevano le famiglie e l’auto che molti pensavano da week-end iniziò a sembrare più interessante e maggiormente usufruibile.
Pininfarina sembrò averlo intuito di più e prima di altri, ricorderei la Sua Peugeot 504 Riviera che presentò al Salone di Parigi del 1971.
Che non ebbe un seguito, fu così che il grande Carrozziere italiano volle proporne una sua versione alla casa italiana, forse ed anche spinto dall’amicizia che lo legava intimamente a Gianni Agnelli, pare provando a far anche leva sugli scarsi risultati avuti dalla versione coupé sino a quel momento.
Con un nome preso non a caso, Maremma la celebre e molto mondana località toscana, zona in cui il giovane dirigente (45 anni) era solito passare del tempo con la famiglia.
Anni in cui si videro, per citarne solo alcune:
Ford Taunus station Wagon,
Mercedes wagon serie W123 dove iniziò la sua storia con le familiari.
Dagli anni ‚60 con le foto di questo altro blog.
VW Typ 4 wagon, l’antenata della Passat.
Mini Clubman Estate.
Volvo Duett, arrivata nel 1953 e rimasta in produzione sino al 1969.
Sempre Volvo con la coupé station, la P1800.
Fiat 124 Familiare, la station della classe media.
La Intermeccanica Murena, una supercar fra le familiari.
Un capolavoro fra i prototipi, la Lamborghini Flying Star.
Qualche anno prima con la Carrozzeria Boneschi e la Alfa Romeo Weekendina.
Verso la fine degli anni ’70 la Fiat 131 Panorama.
Le piccole Fiat 500 e Autobianchi Bianchina che giravano già da più tempo.
Fu presentata al Salone dell’Auto di Ginevra del 1974, destando sin da subito un forte interesse.
Tanto che la rivista Quattroruote la mise subito in copertina fotografandola su una spiaggia della Costa Azzurra, pubblicando anche il comunicato stampa della Pininfarina dove si evidenziavano le sue caratteristiche che l’avrebbero distinta dalle altre familiari, cambiandone l’idea, con delle ampie vetrature e il loro permettere una visibilità senza pari, con interni di un livello più alto rispetto a tutte le altre.
Fiat 130 Maremma 1974, Gianni Agnelli sembrò seguire gli entusiasmi di Pininfarina.
L’avvocato la guidò per tre anni facendogli pensare che prima o poi l’avrebbe messa in produzione; cosa che purtroppo nun accadde; l’auto finì con lo „sparire“ per oltre 35 anni e ricomparve al Salone dell’Auto dell’Avvocato nel 2013 a Torino.
Se per molti i motivi potrebbero essere imputabili ad un certo rischio nel produrre un’auto che avrebbe consumato ancor di più della versione coupé, in un periodo in cui la crisi petrolifera avrebbe (già solo quella) fatto desistere la dirigenza Fiat, secondo altri i numeri così scarsi della 130 non potevano far ben sperare per un tipo di auto che stava solo iniziando ad affacciarsi sul mercato.
Alla fine non se ne fece più nulla, e ti pareva mi viene da aggiungere 😉 , non potendo mai sapere come sarebbe andata, quando ognuno di noi può farsi un’idea propria, oggi un esemplare è presente nel Museo Pininfarina, un secondo esemplare è di proprietà del Presidente del Lancia Club e del terzo non si hanno notizie.
Pininfarina e le auto familiari.